Koos Jansen, uno degli analisti più scomodi del panorama internazionale per quanto riguarda il metallo prezioso e, specialmente, l’aspetto della trasparenza sulle riserve auree dei vari paesi, torna ad occuparsi della spinosa questione dell’oro statunitense con una lunga e documentata inchiesta pubblicata il 28 marzo nella sezione news del portale “BullionStar” (clicca qui per il testo originale).
“Secondo il Tesoro degli Stati Uniti - scrive Jansen - le sue 261 milioni di once(± 8.100 tonnellate) in riserve ufficiali di oro sono completamente controllate e contabilizzate“. Poichè da molte decadi girano voci, invece, che questo oro sia stato venduto di nascosto, in questo saggio esamineremo accuratamente gli audit, valutando indirettamente l'accuratezza delle informazioni fornite del Tesoro. Quello che incontreremo è una vasta gamma di punti oscuri nella documentazione degli audit ottenuta attraverso le richieste del Freedom of Information Act presentate al governo degli Stati Uniti. Tra gli altri problemi, dal momento che le ispezioni sono iniziate a Fort Knox nel 1974:
1) la maggior parte dei depositi verificati e sigillati fisicamente sono stati riaperti, un fatto per il quale il revisore non puè fornire spiegazioni valide;
2) l personale di controllo ha dimostrato di essere completamente incompetente e non ha seguito i protocolli e le procedure stabilite;
3) gran parte del metallo prezioso è stato ripetutamente escluso dalle verifiche;
4) molti dei documenti di audit e di analisi sono stati distrutti;
5) il governo degli Stati Uniti ha fato e fa di tutto per negare informazioni sul proprio oro o diffondere informazioni false
In conclusione, gli audit sono stati eseguiti con un livello inadeguato di integrità.
A dicembre 2017, le riserve auree ufficiali degli Stati Uniti rappresentavano 261.498.926 di once troy (8.134 tonnellate metriche) tutte di proprietà legale del Tesoro degli Stati Uniti, sebbene i veri proprietari - fa presente Jansen - “siano i cittadini americani“. La maggior parte del totale, 248.046.116 di once (7.715 tonnellate), viene protetta in strutture della zecca degli Stati Uniti, i restanti 13.452.811 di once (418 tonnellate) sono conservati presso la Federal Reserve Bank di New York (FRBNY).
L'oro detenuto alla zecca, a sua volta, può essere diviso in due parti: 245.262.897 di once (7.629 tonnellate) in oro 'Deep storage' (ossia, allocato in modo permanente) e 2.783.219 once (87 tonnellate) in stock di produzione, destinato alla coniazione di monete,
L'indagine di Jansen si concentra principalmente sul 'Deep storage metal' suddiviso in 43.853.707 di once (1.364 tonnellate) in sedici caveau sigillati nel deposito di Denver, 147.341.858 once (4.583 tonnellate) ospitate in quindici compartimenti sigillati a Fort Knox e 54.067.331 di once (1.682 tonnellate) in undici depositi compartimenti a West Point.
Nell'impossibilità di sintetizzare qui il saggio di Koos Jansen, un vero e proprio dossier sulla ben poco trasparente realtè di quella che è (o dovrebbe essere) la maggior riserva aurea pubblica del pianeta, rimandiamo i lettori al testo completo non senza, tuttavia, elencare almeno quelli che sono considerati dall'autore i punti più oscuri di questa complessa e potenzialmente rischiosissima situazione:
1) non è stata effettuata più alcuna ispezione completa dell'oro americano dagli anni Cinquanta del secolo scorso;
2) l'Office of Inspector General, organo preposto al controllo delle riserve auree, ha ''smarrito'' tutti i rapporti di ispezione del periodo che va dal 1974 al 1986;
3) il metallo prezioso custodito presso la Federal Reserve Bank di New York, che per legge doveva essere sottoposto a controlli continui, nel 1986 venne considerato come ''non ispezionato'';
4) il sistema di controlli continuativi a campione è stato abolito proprio nel 1986;
5) tra il 1983 e il 1986 molti dei forzieri sono stati aperti ed ispezionati per ragioni non chiare e con modalità non specificate;
6) uno dei compartimenti di deposito di Fort Knox è stato ispezionato nel 1974 ma sigillato solo otto anni più tardi;
7) Non è chiaro quando e come sia stata effettuata la sostituzione dei sigilli dei depositi di lingotti (da quelli in stoffa e cera a quelli più moderni e sicuri, in acciaio e con meccanismo di serraggio);
L'elenco delle criticità legate alle riserve di metallo prezioso degli Stati Uniti d'America prosegue con altre voci, ad esempio il fatto che ben trenta tonnellate (circa un milione di once) sotto forma di monete d'oro statunitensi non sono mai state oggetto di controlli, come pure le monete in oro di origine straniera, senza contare i grossolani errori di pesatura e assaggio dei lingotti compiuti, stando ai documenti in possesso di Jansen, durante le ispezioni del 1986.
Documenti che rappresentano la vera e propria forza del lungo saggio di Jansen e che meritano un'attenta lettura.