Il metallo prezioso, è ben noto, ha scatenato negli uomini - in ogni epoca e in ogni luogo - non solo un legittimo desiderio di possesso al fine di conseguire con esso stabilità economica, proteggere le proprie ricchezze o diversificare gli investimenti, ma anche istinti meno nobili se non assolutamente criminali. Lo dimostra il caso Troadec che, negli ultimi mesi, ha scosso la Francia e ha avuto per protagonisti un tesoro in lingotti e monete d’oro che ha portato al massacro di una famiglia di quattro persone.

 'Gold Case': l'affaire Troadec e l'oro della Banque de France

La storia inizia casualmente nel 2006 con l'oro trovato da un manovale durante lavori, di ristrutturazione in un appartamento di Brest, ma l'apparente colpo di fortuna segnerà la rovina e la morte dei suoi discendenti distrutti dall'avidità. Perchè è causa di quei lingotti che Hubert Caouissin, marito di Lydie, figlia di quell'operaio, ha massacrato i cognati Pascal e Brigitte Troadec, oltre ai nipoti Sebastien, 21 anni, e Charlotte, 18 anni. In seguito è stata la vedova dello stuccatore stesso a confermare a 'Le Parisien' che il tesoro esisteva veramente, anche se non ne ha specificato l'importo. “Quell'oro ha distrutto la mia famiglia. Ho perso Pascal e temo che Lydie non tornerà più a casa, si dispera l'anziana“.

Il tesoro, che secondo la donna era stato probabilmente rubato alla Banque de France durante la Seconda Guerra Mondiale, ed era poi stato occultato in casa dal marito, morto nel novembre 2009. Nel 2010, durante un ricovero in ospedale della mamma, Pascal s'impossessa del malloppo e annuncia a tutti che lo ha portato al sicuro ad Andorra e nel Principato di Monaco.

Da quel momento, racconta l'anziana signora Troadec, tutto precipita. Pascal afferma che il tesoro non si può toccare, ma il suo tenore di vita migliora visibilmente. I rapporti vengono troncati, ma il risentimento cova sempre più violento negli anni, fino al delitto. Lo scorso 25 febbraio, dopo la denuncia della sorella di Brigitte, che non ha più notizie dei familiari, la polizia entra nella villetta dei Troadec a Orvault, vicino Nantes. In casa ci sono tracce di sangue, i letti sono privi di lenzuola, il riscaldamento spento e il frigo pieno. Alcune lenzuola sono stese ad asciugare, altri panni sono rimasti umidi in lavatrice. Davanti casa sono parcheggiate le auto di Pascal e Brigitte, lui impiegato di un'impresa privata, lei dell'Ufficio delle tasse di Nantes, ma manca quella del figlio Sebastien.

I Troadec sono come svaniti nel nulla. I loro cellulari tacciono dalla notte del 16 febbraio e i loro conti in banca non sono stati toccati. Nei giorni successivi vengono trovati i pantaloni e alcuni documenti della ragazza in un fosso vicino Brest, poi la macchina di Sebastien nella città portuale di St Nazaire. E gli inquirenti arrivano finalmente a Hubert e Lydie, che dal 2015 vivono semi reclusi con il figlio di sette anni in una fattoria isolata a Pont-de-Buis-l's-Quimerch, nella regione di Brest.

Arrestati, i due confessano. Secondo il procuratore di Nantes, Pierre Sennes, Hubert è arrivato la sera del 16 febbraio alla casa dei Troadec, con l'intento di “spiare“ la famiglia del cognato con uno stetoscopio da appoggiare a porte e finestre. Verso le 23, l'uomo s'introduce nel garage per aspettare che i Troadec si addormentino. Poi penetra nell'appartamento, ma viene sorpreso da Pascal, che ha sentito dei rumori e si è armato di un piede di porco. Ed è con questo attrezzo che Hubert uccide il cognato, la moglie e i due ragazzi. In base alla ricostruzione degli inquirenti, Hubert è poi tornato a casa sua, ad oltre 250 chilometri di distanza, e ha informato la moglie. Il giorno successivo l'assassino torna sul luogo del delitto, carica i quattro corpi sull'auto di Sebastien per condurli nella fattoria dove vive. Qui, con l'aiuto di Lydie, i corpi vengono fatti a pezzi. I resti, parte bruciati e parte sepolti, verranno poi trovati dagli inquirenti.

Alle voci sull'oro della Banque de France spostato durante la guerra e in parte mai recuperato, “Le Parisien“ ha dedicato un approfondimento a questo indirizzo.

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