Mark Mobius, grande investitore e amministratore di Templeton Emerging Markets Group, in una recente conferenza tenutasi a Dubai ha definito il nuovo “Shariah Gold Standard” (ossia la piattaforma che si accinge a regolamentare e potenziare il mercato del metallo prezioso nel mondo islamico) come “innovativo” e “rivoluzionario” e in grado di contribuire in modo sostanziale ad una maggiore trasparenza globale nel settore del commercio dell’oro.
'Gold in Islamic Finance' era il tema della conferenza di Dubai, che è stata organizzata in partnership dall'Accounting and Auditing Organisation for Islamic Financial Institutions (AAOIFI), dal World Gold Council e da Amanie Advisors; il mercato potenziale al quale si rivolge la nuova piattaforma, inoltre, potrebbe determinare una nuova e dinamica fase di crescita del settore dato che l'Islam conta 1,6 miliardi di persone e un bacino stimato di potenziali investitori in metallo prezioso di ben 100 milioni di individui.
Sottolineando i ben noti problemi - anche di credibilità e di affidabilità - legati al cosiddetto 'oro di carta', gli ETF, Mobius ha ulteriormente affondato il coltello nella piaga, in relazione allo 'status quo', sottolineando come ''depositare semplicemente il proprio oro presso al Federal Reserve di New York in cambio di una ricevuta non è affatto prudente''. In questo scenario, il rispetto di alcune rigide linee etiche (dettate dalla religione musulmana) e ricomprese nei canoni dello 'Shariah Gold Standard' potranno portare maggiore trasparenza e affidabilità all'intero sistema degli investimenti in oro.
La piena operatività dello 'Shariah Gold Standard' è uno dei motivi per cui Mobius si dichiara apertamente di opinione rialzista per quanto riguarda il mercato dell'oro nel 2017 e, ancor di più, nel lungo periodo. Il finanziere americano ritiene che l'oro potrebbe crescere del 15% entro la fine del 2017, anche in relazione al fatto che la Federal Reserve proseguirà lentamente ma costantemente ad aumentare i tassi di interesse; un fatto volto a realizzare una stretta monetaria, a favorire la ripresa dell'inflazione e che, storicamente, ha sempre determinato in passato anche un aumento nella domanda di lingotti d'oro e, in generale, di prodotti sotto forma di bullion fisico.