LA PIU’ GRANDE MINIERA D’ORO E’… TRA LE STELLE | E’ stata rilanciata dai media di tutto il mondo (in Italia, fra gli altri, da “Repubblica.it”, leggi qui l’articolo) la scoperta che due stelle di neutroni si sono scontrate a 130 milioni di anni luce dal nostro pianeta. L'esplosione è stata osservata dalle antenne gravitazionali Ligo-Virgo e da decine di telescopi sulla Terra e nello spazio svelando agli scienziati il “mistero” di come nell'universo si formano metalli pesanti come oro, platino e uranio. La “miniera spaziale” contiene una quantità di oro pari a dieci volte la massa della Terra. “Ma - chiosa l’astronomo Paolo D’Avanzo - è decisamente troppo lontana per essere raggiunta”. Ha quindi aggiunto: “Sappiamo che all'interno delle stelle gli atomi si fondono fino a generare il ferro, ma non gli elementi più pesanti. Il processo può avvenire all’interno delle supernove, ma in quantità troppo piccole rispetto a quanto vediamo intorno a noi. Osservare lo scontro di due stelle di neutroni ci ha chiarito alcuni aspetti”.

Aggiornamenti e approfondimenti dal mondo

FOCUS DELLA CNN SUL METALLO PREZIOSO | Raro, anzi rarissimo (si stima che costituisca appena lo 0,00000002% della crosta terrestre) l'oro - sia sotto il profilo dell'importanza economica nella storia, sia dal punto di vista del millenario potere di fascinazione che ha sugli essere umani - è stato di recente al centro di uno speciale della CNN, Nel corso della trasmissione, ad esempio, è stato evidenziato il ruolo del metallo prezioso nella scienza medica (oggi, come secoli fa) ma anche come ad attirare, in modo ancestrale, l'uomo verso l'oro sia stata la sua natura scintillante come quella dell'acqua, elemento vitale per eccellenza. In un report sulla trasmissione pubblicato da “GoldEagle“ (leggi qui il testo completo) viene anche presentato un saggio di Rebecca Zorach e Mark Phillip Jr. dal titolo èGold: Nature and Culture nel quale gli autori approfondiscono il ruolo del metallo prezioso alla luce dell'antropologia e della sociologia.

ORO CONTRO LA SVALUTAZIONE IN IRAN: UNO SCENARIO POSSIBILE | Steven H. Hanke (leggi qui) fa il punto sulla situazione monetaria della Repubblica Islamica dell'Iran la cui valuta, il rial - la legge è stata già approvata lo scorso dicembre - potrebbe presto essere rinominata come toman con relativo taglio di uno zero. Dalla Rivoluzione islamica del 1979, infatti, la moneta iraniana ha perso il 98,8% del suo valore e, in prospettiva, questo cambio di moneta appare come un palliativo di scarsa efficacia. Piuttosto che limitarsi ad una riforma monetaria, o usare una valuta estera come base di scambio - non certo il dollaro del “nemico“ americano, nè l'euro, e nemmeno rublo e yen, poco appetibili - Hanke ipotizza la creazione di un board iraniano con sede legale in Svizzera che emetta nuove monete e banconote garantite da una riserva aurea nel loro valore e convertibili in metallo prezioso. Il board non dovrebbe svolgere servizi bancari nè farsi garante delle operazioni finanziarie del governo di Teheran, ma piuttosto di mantenere riserve sufficienti a supportare la circolazione della nuova moneta e la sua credibilità internazionale. Insomma, una banca centrale off shore, a responsabilità limitata e basata sul valore sul potere dell'oro.

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