Ad inizio agosto il World Gold Council ha diramato i dati relativi alla richiesta globale di metallo prezioso nel secondo trimestre dell’anno. E, come al solito, il WGC ha preso in esame tutti i settori di utilizzo dell’oro, dalla gioielleria alla tecnologia, dall’investimento privato alla domanda da parte della banche centrali, senza trascurare strumenti come gli ETF.

ALL'INSEGNA DELLA DEBOLEZZA LA DOMANDA D'ORO NEL Q2 2018

A proposito di questi ultimi il report, che può essere visualizzato a questo indirizzo, fa notare come nel secondo quarto del 2018 il rallentamento nella domanda complessiva globale sia stato influenzato, in parte, proprio da minori afflussi sugli strumenti di investimento basati sull’oro.

A conti fatti il mercato mondiale ha richiesto, tra aprile e giugno, 964,3 tonnellate di metallo prezioso e, nei primi sei mesi dell’anno, 1.959,9 tonnellate che rappresentano il primo semestre peggiore dal 2009.

Venendo ad un’analisi per settori e iniziando dalla gioielleria, il World Gold Council fa notare come la contrazione del 2% circa (con assestamento della richiesta nel trimestre a 510,3 tonnellate, e nel semestre a 1.031,2) sia stata determinata da un mercato indiano assai più tranquillo del previsto e che si è accontentato di 147,9 tonnellate contro le 161,1 del Q2 2017 (-8% circa).

Per quanto riguarda l’India va considerato anche l’effetto “Adhik Maas”, un mese aggiuntivo nel calendario indù che è iniziato a metà maggio e che si verifica ogni 30-36 mesi al fine di allineare i calendari lunari e solari. È considerato un periodo infausto per eventi come i matrimoni, quindi tende ad avere un effetto di smorzamento sulla domanda di gioielli in oro. Così, nemmeno il +5% nella richiesta cinese, nello stesso periodo, ha potuto compensare l’effetto negativo.

Anche il mercato globale di lingotti e monete è rimasto debole nel secondo trimestre del 2018. La domanda è di 247,6 tonnellate,in linea con la media triennale: 509,1 tonnellate nel primo semestre 2018 rispetto alla media di 508,6 nei primi semestri dal 2015 al 2017.

La Cina, il più grande mercato al mondo per monete e lingotti ha visto la domanda salire dell'11% a 69,5 tonnellate, in risposta ad una sempre più tesa guerra commerciale con gli USA. Lo yuan si è indebolito drasticamente nei confronti del dollaro, scendendo del 5% nel trimestre. E il mercato azionario è crollato: l'indice Shanghai Stock Composite è sceso del 14% nei primi sei mesi dell'anno. La domanda di barre e monete cinese si è mantenuta relativamente stabile negli ultimi cinque trimestri, oscillando tra le 60 e le 80 tonnellate.

Gli acquisti netti da parte delle banche centrali nel secondo trimestre sono risultati inferiori del 7% rispetto allo stesso periodo del 2017 e si sono attestati ad 89,4 tonnellate; migliore il dato sugli acquisti netti nel primo semestre che sono stati superiori dell'8% rispetto all'anno scorso. Gli acquisti istituzionali di metallo prezioso continuano a essere guidati da Russia, Kazakhstan e Turchia.

La Russia ha accumulato 53,2 tonnellate nel secondo trimestre, il 49% in più rispetto al Q2 2017. Ciò ha portato gli acquisti netti H1 a 105,3 tonnellate (+5% su base annua) e le riserve auree a 1944 tonnellate a fine giugno (17% del totale). riserve totali). Il Kazakistan ha proseguito la sua corsa all'acquisto. La banca centrale ha fatto crescere nel periodo le proprie riserve auree di 11,6 tonnellate; così, le riserve auree del paese asiatico risultano ora in crescita da 68 mesi consecutivi. La Turchia, invece, ha ulteriormente aumentato le riserve anche se a un ritmo più lento. Le riserve auree di Ankara, scossa dalla crisi della lira turca, ammontavano a 240,2 tonnellate alla fine di giugno, +107% in più rispetto a quando gli acquisti iniziarono a maggio 2017.

Ancora una volta, le riduzioni nette di riserve auree sono rimaste insignificanti in relazione agli aumenti. Tra le poche banche centrali che hanno ridotto le loro riserve auree nella prima metà del 2018 c’è il Venezuela le cui riserve sono diminuite di 11,9 tonnellate in risposta alla pericolosa situazione economica del paese. Tuttavia, in seguito, il paese ha cercato di recuperare parte dell'oro perso attraverso uno swap scaduto alla fine del 2017.

Una delle poche note positive del Q2 dell’oro viene dalla domanda per il settore elettronica che è cresciuta del 3% su base annua, fino a quota 66,2 tonnellate, sostenuta da una forte domanda da parte dei produttori di memori e circuiti integrati. Altri settori dell’industria hanno assorbito 12,9 tonnellate mentre il metallo prezioso per impieghi odontoiatrici ha proseguito il suo declino con un -4% nel periodo.

Concludiamo con uno sguardo alle forniture: la produzione da miniera e l’offerta di oro riciclato sono cresciute rispettivamente del 3% e del 4%, attestandosi l’una a 835,5 e l’altra a 294,7 tonnellate metriche. A guidare l’offerta di oro riciclato la Turchia e l’Iran; bene anche l’India. 

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