Con un comunicato stampa ufficiale, il team di gestione della De Nedelansche Bank, la banca centrale dei Paesi Bassi, ha fato sapere di aver avviato un’indagine sulle riserve valutarie e d’oro che sono conservate nei sotterranei della sede di Frederiksplein, ad Amsterdam. Ciò, in vista della necessità di rilocare in altre sedi le riserve stesse e ristrutturare interamente l’edificio, che risale al 1968 e necessita di adeguamenti strutturali ed impiantistici.
I Paesi Bassi possiedono un totale di 612,5 tonnellate di metallo prezioso delle quali, al momento, 189,9 sono custodite entro i confini nazionali dopo che, nel novembre 2014, il paese aveva rimpatriato ben 122,5 tonnellate dagli Stati Uniti, dove erano custodite in precedenza. Così, negli USA sono rimaste altre 189,9 tonnellate, mentre il resto dell'oro olandese è stoccato in Canada (122,5 tonnellate) e nel Regno Unito (110,3 tonnellate).
Ad approfondire la notizia è Koos Jansen, nel portale 'BullionStar'. Jansen si sofferma, in particolare, sulle informazioni relative ai caveau della De Nedelansche Bank che risultano, attualmente, piuttosto piccoli e non adatti a contenere grandi quantitativi di lingotti; nel progetto di ristrutturazione, invece, è previsto un loro ampliamento che - secondo l'analista - potrebbe preludere a nuovi e massicci rimpatri di metallo prezioso.
A supporto di tale tesi viene citato Jacob de Haan, esponente della Divisione Ricerche economiche della banca, che ha recentemente tenuto un intervento nel quale ha sottolineato l'importanza della trasparenza ''soprattutto da parte degli istituti centrali di emissione''. In tale direzione andrà anche la pubblicazione dell'elenco completo dei lingotti detenuti dalla De Nedelansche Bank, un atto al quale ha provveduto, ad esempio, la Deutsche Bank nello scorso ottobre ma che, per altri istituti, appare un obiettivo doveroso quanto lontano.
La notizia è stata rilanciata ed approfondita anche da Secular Investor nel portale 'ZeroHedge', partendo da una considerazione: ''La domanda di oro fisico è in piena espansione e fa notizia la banca centrale olandese sta valutando di spostare il proprio oro in questo periodo di 'volatilità'. D'altra parte, ad esempio, le vendite al dettaglio di monete d'oro da parte della U.S. Mint sono più che raddoppiate rispetto allo scorso anno. Nelle prime sette settimane di quest'anno, la quantità totale di Eagle americane coniate e vendute è arrivata a quasi 200 mila once, mentre la domanda complessiva di oro nel mese di gennaio e febbraio (mese intero) è stata meno di 100 mila once nel 2015 e solo 120 mila once in 2014''.
Segnali di un'impennata nella corsa al metallo prezioso che sta costringendo le banche centrali a tutelarsi al massimo tenendo sempre di più sotto controllo il proprio oro fisico e concentrandolo - come starebbe facendo l'Olanda - entro i confini nazionali ed in luoghi sicuri e non, come in passato, presso depositi esteri - tipo Fort Knox - sui quali non vi è possibilità di controllo continuo e capillare da parte dei proprietari delle scorte.
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