Republic Metals, una raffineria d'oro americana, ha presentato istanza di fallimento il 2 novembre scorso. La società ha trovato una discrepanza (buco) nel suo bilancio di circa 90 milioni di dollari mentre predisponeva i consueti rendiconti finanziari.

Anche le raffinerie falliscono: un caso esemplare

Scrive l’analista Keit Weiner su “GoldEagle” (leggi qui il testo originale): “Non abbiamo intenzione di puntare il dito contro Republic Metals o sul suo management, come non sappiamo se quanto accaduto sia un vero e proprio furto o un caso di mala gestione ‘in buona fede’.

Se si è trattato di furto, allora non ci si aspetterebbe che fosse una semplice questione di dipendenti che escono dal lavoro con la pepita nella scarpa: 90 milioni di dollari oro sono circa 2,6 tonnellate. Dunque, se i furti si sono verificati con estenuante continuità, a piccole dosi, nel corso di anni, perché la compagnia non ha mai effettuato controlli regolari scoprendo la discrepanza prima che diventasse così macroscopica?”

“Cerchiamo di vedere il fatto da un punto di vista differente - prosegue Keith Weiner e torniamo a Republic Metals che, sicuramente, sarà stata esposta nei confronti di qualche banca che avrà dovuto rimborsare delle cifre da essa prestate.

Ora, questo ci riporta al nostro cavillo circa modi e tempi di rimborso. I raffinatori possono accumulare infatti una grande quantità di materiale di bassa qualità come i fanghi auriferi. Questi materiali si possono accumulare anche per anni, prima che il raffinatore ritenga conveniente lavorarli ed estrarre da essi il metallo prezioso residuo. Nel frattempo, ad essi si attribuisce un valore teorico che viene iscritto a bilancio.

Di solito, il raffinatore ha clienti che pagano il prezzo di domanda per i servizi di raffinazione, e non vale certo la pena occupare l'impianto elaborando i fanghi. Peraltro, la quantità recuperata in aggiunta risulta spesso un po’ ‘imprevedibile’, anche perchè gli impianti di raffinazione sono normalmente impostati per elaborare materiali di qualità superiore.

Quindi, questo mucchio di materiale a basso grado di produttività potenziale dovrebbe essere valutato nei bilanci in modo molto prudente e non usato per ottenere finanziamenti bancari sproporzionati. Due, non ci dovrebbero essere responsabilità corrispondenti ad esso sui libri. La società dovrebbe essere solvibile senza includere questo materiale come una risorsa dal momento che non solo i tempi di liquidazione (cioè la maturità dei fanghi auriferi) è a lungo termine o  sconosciuta, ma anche la qualità e quindi il valore di questa ‘risorsa’ sono incerti.

L'oro e la sua lavorazione richiedono un diverso livello di trasparenza, e con quella anche piena onestà nelle operazioni secondarie o apparentemente marginali della filiera. La stima ufficiale dell'importo di oro detenuto nelle mani dell'uomo è 187.000 tonnellate, per un valore di circa 7 trilioni di dollari (e crediamo che la quantità reale è molto più alto). E l’uomo continua ad accumularne. Per questo, anche i fanghi di scarto della sua lavorazione possono determinare il successo o il fallimento di una compagnia di raffinazione”.

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