Secondo il calendario tradizionale cinese, il 19 febbraio è iniziato “l’Anno della Capra”, mentre secondo Lawrence Williams, esperto del portale “GoldEagle”, per quanto riguarda il rapporto tra l’oro e il gigante asiatico il 2015 sarà l’ennesimo “anno del dragone”.
Lo confermano, ad esempio, i crescenti movimenti di metallo prezioso da Hong Kong verso la Cina continentale che in gennaio, dopo aver toccato le 71 tonnellate in dicembre, sono ulteriormente aumentati fino a 76 tonnellate confermando un trend positivo che va avanti ormai da molto tempo.
Si tenga conto, inoltre, che l'oro che arriva in Cina via Hong Kong costituisce non più del 60% della richiesta ufficiale del paese (quella reale rimane un rebus al quale gli analisti di tutto il mondo stentano a dare risposta) e che, dunque, soltanto nel primo mese del 2015, Pechino ha 'fagocitato' almeno 100-110 tonnellate di metallo prezioso. Per maggiori dettagli leggi qui.
In un altro approfondimento, lo stesso autore stima in più di 1.000 tonnellate l'oro la quantità di metallo prezioso accumulata, soltanto lo scorso anno, presso le principali banche commerciali cinesi e che, vista la situazione politico-istituzionale del grande paese asiatico, si configurano in pratica e a tutti gli effetti come riserve strategiche nazionali. Williams non ha perciò difficoltà a definire una vera e propria 'fiction' il dato ufficiale del Fondo Monetario Internazionale che quantifica, al 2014, le riserve auree ufficiali della Repubblica Popolare Cinese in appena 1.054,1 tonnellate (settimo paese al mondo, mentre l'Italia si attesta al quarto posto dopo U.S.A., Germania e Fondo Monetario Internazionale, con 2.451,8 tonnellate). Accedi qui all'articolo completo.