L’8 novembre prossimo, data in cui si terranno le elezioni per il 45° presidente degli Stati Uniti d’America, si avvicina e lo scontro tra la candidata democratica Hillary Clinton e il suo avversario, il magnate Donald Trump, si infiamma di giorno in giorno tra sondaggi e dichiarazioni al vetriolo. Ultimo round, il dibattito TV che ha messo di fronte i due aspiranti alla Casa Bianca e che ha incollato al video oltre 100 milioni di americani.

Clinton vs Trump: quali possibili effetti per l’oro?

A prescindere da quello che sarà il risultato finale delle urne, ''che si tratti di Trump o della Clinton - ha dichiarato Rob McEwen, magnate canadese del settore minerario - entrambi i potenziali presidenti avranno degli effetti positivi per il mercato del metallo prezioso'' e il periodo elettorale potrebbe portare ad un incremento delle quotazioni dell'oro ''fino a raggiungere una fascia tra i 1.700 e i 1.900 dollari l'oncia entro la fine dell'anno'' (il fixing di venerdì 23 settembre è stato di1.338,65 dollari l'oncia).

La dichiarazione, rilasciata nel corso di un'intervista a 'Bloomberg' (leggi qui il testo completo) è stata rilanciata ed analizzata da Mark O'Byrne nel portale specializzato 'GoldCore' (leggi qui). Da sottolineare come McEwen basi le sue considerazioni soprattutto sulla ''incertezza che sta aumentando intorno alla stabilità delle valute globali e dei debiti sovrani''; inoltre, anche èi tassi di interesse ai minimi assoluti a livello mondiale stanno causando una crescente e diffusa ansia tra gli investitori, che vedono per l'oro come riserva di valore e risorsa alternativa. Non si trascuri inoltre il fatto che il prezzo del metallo prezioso si è contratto del 31 per cento dopo aver raggiunto il suo massimo storico di circa 1.900 dollari per oncia nel 2011.

McEwen si spinge oltre, nelle sue previsioni, indicando addirittura che l'oro potrebbe raggiungere i 5.000 dollari l'oncia entro quattro anni: uno scenario gièà paventato senza successo, in passato, dallo stesso personaggio, anche se questa volta vi sarebbero una serie di 'elementi catalizzatori' che potrebbero un dare seguito positivo - magari parziale - a tale ipotesi, non soltanto l'incerto risultato delle presidenziali USA e delle politiche che attuerà il nuovo inquilino della Casa Bianca, ma anche l'instabilità delle banche che si sta manifestando in modo sempre più preoccupante. èInoltre - conclude McEwen - rispetto al passato molte più persone sono coinvolte nel mercato del metallo prezioso, e questo avrà un suo peso.

Per quanto riguarda il giudizio sui due candidati alle elezioni dell'8 novembre negli USA, McEwen sottolinea come "Hillary ha una piattaforma molto accomodante. Ha fatto promesse a tutti i gruppi che si possa immaginare negli Stati Uniti con la garanzia di dar poi loro finanziamenti. Trump è stato meno 'espansivo' da questo punto di vista, ma ha innervosito un sacco di persone con le sue dichiarazioni spostando l'attenzione dalle proposte politiche vere e proprie alla pura retorica".

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