Come consuetudine, il dipartimento studi e statistiche del World Gold Council ha elaborato e diffuso i dati trimestrali relativi al settore del metallo prezioso. L’organizzazione, che comprende le principali compagnie minerarie del settore aurifero, ha infatti tra i suoi scopi - oltre quello primario di supportare e stimolare il mercato del metallo prezioso - il monitoraggio della domanda globale d’oro da parte sia degli investitori che dei consumatori e del settore industriale.

Dagli studi del WGC un Q3 in sofferenza per il metallo prezioso

Una domanda che, nel trimestre luglio-settembre, si è contratta del 9% rispetto allo stesso periodo del 2016 scendendo a quota 915 tonnellate; il dato si fa ancora peggiore se misurato nell'arco degli ultimi dodici mesi, relativamente ai quali la richiesta d'oro a livello mondiale è scesa del 12%.

Tra i settori meno penalizzati quello della gioielleria, nel quale la domanda di materia prima nel trimestre è stata di appena il 3% inferiore rispetto al Q3 del 2016 e che, tra settembre 2016 e settembre 2017, appare in calo di appena 17 tonnellate. Sono andati in direzioni opposte, nel periodo, i due mercati di riferimento: se la Cina, infatti, ha aumentato la propria domanda del 13%, la richiesta in India (anche per fattori stagionali) si è ridotta di ben il 25%.

La fornitura complessiva d'oro al mercato è diminuita nello stesso periodo del 2% (da 1.168,4 a 1.146,4 tonnellate) sia a causa del rallentamento del settore minerario che per una minor “produzione“ di metallo prezioso da riciclaggio di rottami preziosi e circuiteria elettronica (quantitativo sceso da 335,0 a 315,4 tonnellate).

Un settore, quello dell'elettronica, che invece ha accresciuto la propria domanda d'oro (84,2 tonnellate nel periodo) soprattutto per l'aumentato impiego di questo metallo nelle nuove tecnologie LED e nella sensoristica degli smatrphone di nuova concezione. A crescere, e in modo robusto, anche la richiesta da parte delle banche centrali e dei fondi sovrani che, nel trimestre, hanno incamerato 111 tonnellate di lingotti; molto positivo anche l'incremento sull'anno, che sfiora il 25%.

Resta forte anche la richiesta di metallo prezioso in barre e monete da parte degli investitori privati: questo comparto, nel Q3 2017, è cresciuto del 17% rispetto allo stesso periodo del 2016 facendo richiesta di complessive 222,3 tonnellate d'oro. Sia per quanto riguarda la domanda da parte delle banche centrali che dei privati, a fare la parte del leone è stato il mercato cinese che, come abbiamo sottolineato più volte, si muove ormai in modo sempre più deciso verso un “monopolio di fatto“ sull'oro mondiale, sia grazie alla sua enorme dimensione che a causa di precise politiche attuate dal governo di Pechino tramite la People's Bank of China, lo Shanghai Gold Exchange e le altre grandi banche commerciali del paese.

La Cina ha introitato nel trimestre 64,3 tonnellate d'oro in lingotti e monete (+57% rispetto al Q3 2016) mentre l'India si è fermata a 31,0 tonnellate (-23%). Rimanendo nel settore investimenti, relativamente agli ETF “gold backed' il World Gold Council rileva come la raccolta si sia mantenuta ancora in territorio positivo, nel Q3 2017, sebbene in modo molto moderato. Se, infatti, nel mondo era stato richiesto “oro di carta“ per 144,3 tonnellate equivalenti nel corso del terzo trimestre del 2016, nello stesso periodo del 2017 la richiesta si è ridotta ad appena 18,9 tonnellate.

Per accedere ai dati completi del World Gold Council clicca qui.

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