Un breve ma interessante approfondimento pubblicato da “GoldEagle” il 28 febbraio, a firma di Craig Hemke, ci mostra come si siano evoluti, nel tempo, l’entità del debito federale americano e la quotazione in dollari del metallo prezioso. L’analisi (accedi qui alla versione completa di grafici) parte da una considerazione: dopo essere cresciuti insieme fino al 2012, gli ultimi cinque anni hanno visto una forte divergenza tra l'ammontare totale del debito pubblico accumulato negli Stati Uniti e il prezzo dell'oro COMEX. Quando, se mai, vedremo questa correlazione riapparire?
“Come ricorderete - scrive Craig Hemke - i massicci sforzi militari statunitensi e il collasso economico durante la Grande crisi finanziaria hanno portato ad un'impennata del debito totale degli Stati Uniti da 6 a 16 trilioni di dollari nei dieci anni tra il 2003 e il 2012. E cosa è successo al prezzo dell'oro COMEX nello stesso periodo“ è passato da 400 a ben 1.800 dollari l'oncia.
Tuttavia, una cosa (non così) divertente è avvenuta verso la fine del 2012. Il prezzo dell'oro COMEX ha iniziato a diminuire costantemente, nonostante il programma QE3 (la terza fase del Quantitative Easing) da oltre 1 trilione di dollari che la Fed ha messo in campo dalla fine del 2012 all'inizio del 2014. Fase in cui si è assistito ad un continuo aumento del debito totale degli Stati Uniti da 15 a 20 trilioni di dollari.
Secondo l'autore dell'articolo, a partire da èThe Great Financial Crisis, l'oro ha letteralmente “superato se stesso“. Il prezzo è aumentato costantemente con il debito accumulato fino al 2009, ma nel 2011 è stato notevolmente superiore alla tendenza stabilita. Nella correzione che è seguita e che è terminata nel 2015, è possibile notare che il prezzo del metallo prezioso è sceso sotto la tendenza storica di altrettanto. Pertanto, si potrebbe anche dire che se l'oro fosse stato sopravvalutato nel 2011, apparirebbe ugualmente sottovalutato nel 2015.
“Quindi - prosegue Hemke - ora la domanda diventa: dove andrà il prezzo da ora in poi? Nei prossimi mesi, il prezzo almeno tornerà in linea con la curva del debito USA accumulato? Se sarà così, si potrebbe ipotizzare una quotazione tra i 1.800 e i 1.900 dollari l'oncia. Si potrebbe anche pensare ad una forte fase rialzista, come nel 2010-2011.èSe poi aggiungessimo un'altra possibile crisi finanziaria, ciò implicherebbe per l'oro un prezzo forse vicino ai 2.500 dollari per oncia“.
Quello che sappiamo per certo è che il livello totale del debito pubblico USA accumulato non rallenterà in tempi brevi. Appena poche settimane fa, il presidente Donald Trump ha infatti pubblicato il suo primo piano di bilancio prospettando da qui al 2002 un aumento ulteriore del deficit USA di 1 trilione di dollari l'anno in media, con un debito totale che salirà ad un minimo 25 trilioni.
Dati alla mano, il prezzo dell'oro COMEX è sceso di oltre il 30% rispetto al suo picco del 2011, ma fa ancora registrare un aumento prossimo al 400% negli ultimi 15 anni. Come strumento di protezione - conclude Hemk - ''nei confronti della follia del sistema monetario fiat, basato sul debito, l'oro si è comportato in modo ammirevole, anche considerando l'attuale oscillazione del pendolo''.
E conclude: quando il prezzo del metallo prezioso e il sentimento dei mercati internazionali, inevitabilmente, torneranno simili a quelli del 2010-2011, sarà opportuno aver continuato a riconoscere all'oro quel ruolo millenario che esso ha.