Le settimane prima e dopo le elezioni politiche in Grecia del 25 gennaio scorso hanno prodotto effetti visibili anche sul mercato del metallo prezioso nel paese ellenico.
Dapprima, infatti, l'incertezza sul risultato del voto (risoltosi a favore di Tsipras e della sua coaliazione) e sulle politiche economiche del nuovo governo, e in seguito il prolungato braccio di ferro con la ''Troika'' (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea) sul rimborso e la ristrutturazione del debito statale di Atene hanno fatto sè che i greci è almeno, quella piccola parte ancora benestante e munita di risparmi e denaro da investire è si rivolgessero con rinnovato interesse verso le monete bullion.
Ad essere acquistate, in particolare, sono state le classiche sterline oro che, secondo fonti ufficiali, sono state immesse sul mercato dalla sola Banca di Grecia e cedute a clienti privati in ragione di 7.800 pezzi tra ottobre e dicembre e di oltre 5.800 nel solo mese di gennaio. Le cifre sono importanti, almeno per le relativa dimensioni del mercato ellenico, ma - fanno sapere da Atene - non si possono considerare anormali, specie in questa situazione di incertezza politica ed economica. Anche i commercianti d'oro da investimento privati operanti in Grecia concordano nel denunciare un incremento delle richieste e nel ritenere che la tendenza proseguirà anche nelle prossime settimane. D'altra parte, la costante emorragia di liquidità dagli istituti di credito greci in vista delle elezioni, con orientamento dei risparmiatori verso altre forme di conservazione del valore, è stata notevole e nel solo mese di gennaio, secondo fonti bancarie, è stata non inferiore a 11 miliardi di euro.