In termini assoluti, sul mercato globale del metallo prezioso il fatto ha conseguenze piuttosto marginali, ma suscita interesse e fa notizia che un paese – El Salvador, nella fattispecie – decida di disfarsi di gran parte delle proprie riserve auree in un colpo solo.
Fino allo scorso marzo, la piccola repubblica del Centro America possedeva infatti 6,8 tonnellate di metallo prezioso di riserva delle quali, secondo un articolo di Cecilia Jamasmie pubblicato nel portale ''Mining.com'' (leggi qui), ben 5,412 tonnellate sono state messe sul mercato un paio di mesi or sono dalla locale Banca Centrale, per un incasso pari a circa 206 milioni di dollari.
Secondo quanto dichiarato all'agenzia Reuters da un funzionario del Banco Central de Reserva de El Salvador, l'operazione avrebbe avuto come unica motivazione quella di ''permettere all'istituto di ristrutturare le proprie riserve in modo diverso'' approfittando del picco relativo di quotazione toccato dal metallo prezioso al momento della vendita. In realtà, la cessione di circa il 79,6% dell'oro nazionale di San Salvador sarebbe servita per sanare, almeno in parte, un contenzioso con la compagnia mineraria OceanaGold, società a capitali australiani e canadesi alla quale, un paio d'anni fa, il governo del paese ha negato una licenza di sfruttamento minerario.