Una massiccia campagna di iniziative governative, volte a far emergere le enormi quantità di denaro “sporco” in circolazione sul mercato indiano, a limitare corruzione e riciclaggio e a conferire al sistema finanziario maggior trasparenza, negli ultimi mesi hanno scosso l’economia del gigante asiatico in tutte le sue componenti, compreso il mercato dell'oro.
Il governo indiano vuole infatti snellire la sua burocrazia, reprimere l'evasione fiscale e sta tentando di e spostare l'economia di cassa dell’intero paese dal contante ai mezzi di pagamento digitali; innovazione tutt’altro che rapida e semplice, tenuto conto anche del livello culturale medio e del limitato accesso alle tecnologie di gran parte della popolazione.
La decisione più radicale è stata quella di demonetizzare - a partire dall'8 novembre 2016 - tutte le banconote da 500 e 1.000 rupie, con ordine di versamento delle stesse, da parte dei cittadini, presso la Reserve Bank of India o altri istituti autorizzati, non oltre il 30 dicembre. Di queste banconote, ve ne erano in circolazione in India per ben 15 trilioni di rupie, pari a circa 220 miliardi di dollari USA; un quantitativo di liquidità (l'86% delle banconote totali) la cui indisponibilità ha limitato la domanda d'oro da parte di decine di milioni di possibili acquirenti. Inoltre, a breve verrà introdotta una nuova accisa, la Goods & Service Tax (GST) che, si prevede, avrà effetti anche sul mercato del metallo prezioso.
E' chiaro, quindi - scrive il World Gold Council nell'ultimo èMarket Update - che il mercato dell'oro in India dovrà affrontare venti contrari a breve termine. Ma, guardando avanti, queste politiche potrebbero fornire più forza e trasparenza all'economia del paese e, in questo modo, sostenere la domanda di oro, che è prevedibile tra le 650 e le 750 tonnellate per il 2017è. Il 2016, d'altra parte, è stato un ''annus horribilis'' per quanto riguarda il metallo prezioso sul mercato indiano, con importazioni scese del 39% rispetto al 2015, fino a sole 558 tonnellate, ed un consumo complessivo di 676 tonnellate metriche.
Sempre sul fronte dell'oro, è da segnalare come in India il primo ministro Narendra Modi stia provando, ormai da un anno e mezzo, di convincere i cittadini a depositare in banca i loro gioielli e il loro metallo prezioso in cambio di interessi, in modo da limitare al massimo le importazioni dall'estero. Il programma governativo, tuttavia, si è finora rivelato un flop dal momento che solo qualche tonnellata d'oro - sulle migliaia e migliaia, non quantificabili con esattezza - in mani private o depositate presso i templi (per un controvalore stimato di circa 900 miliardi di dollari USA) ha preso la strada dei caveau bancari.
A rendere ancora più complesse le prospettive a breve termine del mercato indiano - con la Cina, il principale attore globale del settore - si aggiunge la nuova legge che dal 1è aprile 2017 impedirà le transazioni per contanti oltre le 300 mila rupie (circa 4.500 dollari USA). Un limite all'uso dei contanti che, secondo gli analisti, potrebbe danneggiare il settore gioielleria ma che potrebbe essere aggirato, specie nelle aree rurali, frazionando gli acquisti più consistenti in più transazioni eseguibili con denaro 'cash'.
Sulla situazione del mercato del metallo prezioso in India vale la pena leggere quanto scritto da Swansy Afonso su 'BloombergMarkets' a questo indirizzo.
Per quanto riguarda, invece, il 'Market Update' del World Gold Council, l'intero report puè essere scaricato a questo indirizzo.