Tatiana Pic, responsabile del World Gold Council per il settore Banche centrali e politiche pubbliche, firma nell’ultimo numero di “Gold Investor” del 20 settembre un interessante approfondimento sugli scenari che legano Mosca al metallo prezioso (leggi qui il testo originale). In “Russia: a significant force on the global gold market”, la dirigente del WGC pone innanzi tutto l’accento sul fatto che la Russia rappresenti, ad oggi, il più attivo acquirente ufficiale di oro a livello statale nel mondo e il terzo produttore del pianeta ma di come, al tempo stesso, il paese abbia ancora bisogno di tempo per sviluppare tutto il suo potenziale nel mercato globale del metallo prezioso.
Nel 2016 la Banca Centrale della Federazione Russa ha acquistato ben 201 tonnellate di oro, più di qualsiasi altro paese. La Banca Popolare Cinese, al secondo posto, ha infatti aggiunto ufficialmente “solo“ 80 tonnellate alle proprie riserve, mentre la Banca Nazionale del Kazakhstan, in terza posizione, ne ha acquisite 36 tonnellate.
L'interesse russo per il metallo prezioso risale a molti anni fa, ma ha toccato livelli del tutto imprevisti nel corso degli ultimi dieci anni. Durante questo periodo, infatti, Mosca ha aggiunto più di 1.250 tonnellate alle proprie riserve auree, portando il proprio plafond in lingotti e monete a quota 1.700 tonnellate. La sesta più grande riserva aurea del mondo, pari al 17% delle riserve strategiche nazionali complessive.
Perchè è accaduto tutto ciò Ha dichiarato Elvira Nabiullina, governatore della Banca di Russia: "Stiamo aderendo al principio della diversificazione delle riserve. Questo principio rimane invariato. Da questa prospettiva, le nostre riserve includono ovviamente anche l'oro". Dmitry Tulin, vice governatore, ha inoltre affermato che la Banca della Russia sta aumentando l'ammontare dell'oro nelle proprie riserve in quanto solo questa tipologia di asset offre “una protezione totale contro i rischi geopolitici“.
Per quanto riguarda, invece, la produzione di metallo prezioso dai giacimenti russi, questa è quasi raddoppiata dal 1995 e oggi la Russia si colloca così al terzo posto nella lista dei produttori mondiali, dietro Cina e Australia. Solo negli ultimi dieci anni il paese ha estratto più di 2.000 tonnellate di oro, con una produzione di oltre 300 tonnellate prevista quest'anno e che salirà almeno a 400 tonnellate annue entro il 2030; questo, secondo dichiarazioni ufficiali di Sergey Kashuba, presidente dell'Unione dei produttori d'oro della Russia .
La crescita è stata guidata da una serie di fattori, in particolare la privatizzazione di società minerarie in passato sotto controllo statale ed il consolidamento delle attività di una serie di piccoli produttori di metallo prezioso che, divenuti più competitivi, hanno permesso al settore estrattivo russo di competere sul palcoscenico globale. Secondo l'Unione dei produttori d'oro della Russia, oggi le cinque maggiori compagnie estrattive russe del settore è - Polyus, Polymetall, Kinross, Petropavlovsk e Nordgold - estraggono oltre 120 tonnellate di oro all'anno, circa il 50% della produzione totale in Russia.
Otto le società di raffinazione d'oro sono attive in Russia e accreditate dalla LBMA Good Delivery List: un numero significativo di accreditamenti, superato solo dal Giappone e dalla Cina. Tuttavia, la capacità operativa supera ancora di gran lunga la produzione. Krastsvetmet, la più grande raffineria russa, ha raffinato circa 170 tonnellate di oro l'anno scorso, contro una capacità di raffinazione annua di circa 250 tonnellate.