I colossi americani di Internet, i cosiddetti GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple) stanno investendo nei servizi bancari e in molti FinTech, servizi di tecnofinanza come le criptovalute. Secondo una recente analisi firmata dal ricercatore in Finanza Philippe Herlin, questo fenomeno potrebbe rappresentare una minaccia per le banche di tutto il mondo. Ma per fronteggiare eventuali crisi, l'autore propone la sua personale ricetta: “Le ultime novità della tecnologia e il denaro più antico - l’oro - ecco la formula giusta”.

GAFA: una minaccia per le banche?

Apple, si legge, è entrata nel settore dei pagamenti nel 2014 e ha appena unito le forze con Goldman Sachs per offrire una carta di credito. Facebook consente il pagamento della sua messaggistica e dovrebbe lanciare una criptovaluta, la “Facebook Coin” (ancora non c’è nulla di ufficiale ma le confessioni del top management indicano che il progetto sta andando avanti). I trasferimenti transnazionali sarebbero accessibili a tutti e molto economici. Un’operazione che metterebbe all’angolo non solo le banche, ma anche Visa e Mastercard. Anche Amazon sta guardando da vicino il settore e Google sta cercando di espandere il suo servizio di pagamento Google Pay.

Naturalmente questi nuovi attori rappresentano solo una piccola percentuale della quota di mercato oggi, ma la situazione è in evoluzione e, consiglia il ricercatore, va osservata a livello globale. Quasi la metà della popolazione mondiale non utilizza le banche e questi nuovi attori tecnologici sono nella posizione migliore per soddisfare questa esigenza: bastano uno smartphone e un'app ed ecco un conto bancario. Le prospettive di crescita delle banche tradizionali sarebbero quindi seriamente compromesse. D'altro canto nei paesi più sviluppati le generazioni più giovani non hanno le stesse titubanze dei loro genitori nei confronti dei servizi bancari virtuali ma, al contrario, ne sono immersi.

Herlin si pone quindi una domanda cruciale, in ottica futura e nell'ipotesi di una crisi finanziaria: "Dove preferireste depositare i vostri soldi? In una banca con un bilancio pieno di debiti o in Apple, che ha un ammortamento in contanti di $ 200 miliardi?" La gente, afferma, si renderà conto che depositare i propri risparmi in una banca presenta dei rischi insensati.

Nelle sue riflessioni finali lo studioso propone i suoi consigli per il futuro, andando incontro alle nuove tecnologie ma restando ancorato alle certezze di investimenti duraturi: “i risparmiatori impareranno a diventare resilienti di fronte alle crisi finanziarie e bancarie mentre il debito pubblico e privato si gonfia in tutto il mondo”. E nella conclusione arriva alla sua personale ricetta: denaro contante in un’istituzione capace di resistere alle crisi (e quindi non una banca), un patrimonio immobiliare, un po’ di criptovalutaoro fisico per proteggersi dai rischi bancari e valutari. 

Fonte: GoldBroker.com

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