La filiera del metallo prezioso, a livello planetario, coinvolge attori non solo le grandi compagnie minerarie, le reti di piccole società estrattive, le grandi strutture di vendita di bullion e la miriade di consumatori “intermedi” (ad esempio, i produttori di oreficeria e componenti tecnologiche) e “finali” (i piccoli dealer, le gioiellerie). Tra i soggetti che estraggono il metallo prezioso (o riciclano quello esistente) e la rete di acquisto/vendita si collocano infatti alcune realtà di fondamentale importanza strategica: le raffinerie.
La funzione di queste strutture industriali ad elevata specializzazione è quella di mettere a disposizione del mercato di metallo prezioso in forme, quantitativi e qualità adeguati (ad esempio, sotto forma di granulato a titolo pieno per successive lavorazioni, barre grezze e tondelli da monetazione di diverse finezze, lingotti destinati agli investitori).
Per questo, nel settore ha fatto notizia di recente il fatto che Haraeus, importante società di raffinazione di proprietà tedesca, abbia acquisito pieno controllo sulla società svizzera Argor-Heraeus, attiva nello stesso settore. Pagando 300 milioni di euro, Heraeus ha portato al 100% la propria quota azionaria sulla compagnia elvetica e, soprattutto, si è assicurata il controllo su stabilimenti di raffinazione che hanno sede in Germania, Italia, Cile e, per l'appunto, in Svizzera (a Mendrisio, nel Canton Ticino).
Altre raffinerie - scrive Mark O'Byrne su 'GoldEagle' (leggi qui il report completo) - sono di fatto controllate da Heraeus ad Hanau (Assia), Hong Kong e Newark (Ney York). Argor-Heraeus è stata fondata nel 1951 e nel 1973 l'Unione di Banche Svizzere (UBS) ne ha acquisita la piena proprietà. Nel 1986, UBS e Heraeus Group (Germania) hanno poi formato una joint venture, con la creazione di Argor-Heraeus SA e nel 1999 Argor-Heraeus è divenuta interamente privata con Heraeus Holding al 33%, Commerzbank al 32,7% del capitale e la zecca austriaca ad un altro 30%.
Ma cosa fa, in dettaglio, Argor-Heraeus Innanzi tutto, provvede al mercato una quota annua di oro tra 400 e 500 tonnellate pari a circa il 10% delle 5.000 tonnellate di oro raffinate dal pool delle prime sette raffinerie di metallo prezioso del pianeta. Collocata a pochi chilometri da PAMP e da Valcambi (la più grande raffineria del mondo), con la recente svolta societaria si candida a giocare un ruolo ancora più importante sul mercato.
Argor-Heraeus, oltre a produrre medaglie, monete e lingotti per investimento, provvede semilavorati all'industria della gioielleria e dell'orologeria, ricicla oro e offre anche servizi di logistica, custodia e distribuzione. La compagnia, inoltre, è legata a doppio filo alla London Bullion Market Association di cui, nel 1952, è diventata il primo raffinatore accreditato e dal 2004 è entrata nel pool dei cinque soggetti produttivi di riferimento primario di LBMA.
Già nel 2016 vi erano state voci su interessi di altre società finanziarie su Argor-Heraeus. Al di l' di ogni considerazione industriale, la recente acquisizione di pieno controllo di Heraeus sulla raffineria elvetica viene vista da O'Byrne e da altri analisti come un segnale di fiducia nel futuro commercio dei metalli preziosi. Senza un più che motivato outlook positivo sul mercato globale dell'oro, altrimenti, perchè investire 300 milioni di euro in una compagnia già partecipata?