“Nel 2016 - scrive il World Gold Council - risparmiatori e investitori di tutto il mondo sono tornati ad interessarsi al mercato dell'oro, a seguito di una combinazione di indicatori macroeconomici e di uno scenario di ‘domanda repressa’ che aveva coinvolto in precedenza il metallo prezioso.
Con l’inizio del nuovo anno, persistono alcune preoccupazioni sul fatto che il corso del dollaro USA potrebbe limitare in parte l’appetibilità dell’oro. Riteniamo che, al contrario, non solo l’oro rimarrà un asset molto rilevante come componente strategica di ogni portafoglio, ma anche che alcuni elementi potranno sostenere la domanda di oro durante il 2017”.
“The Gold Market in 2017” è il documento di analisi e previsione che il WGC ha pubblicato il 13 gennaio e che, in una prima sezione, prende innanzi tutto in esame le principali tendenze che sosterranno - a parere dell’associazione mondiale dei produttori e grossisti - le prestazioni del metallo prezioso. Seguono approfondimenti, a cura di economisti di punta, sugli scenari relativi rispettivamente a Stati Uniti, Europa e Asia. Li firmano, nell’ordine, Jim O’Sullivan - capo analista di High Frequency Economics (definita da “MarketWatch” come “la società di previsioni finanziarie più affidabile negli USA nell’ultimo decennio”), John Nugée (esperto di economia e geopolitica e già dirigente della Bank of England) e David Mann, esperto dei mercati asiatici presso Standard Chartered Bank.
Il documento completo “Outlook 2017” del WGC è scaricabile a questo indirizzo: volendo sintetizzare alcuni dei punti salienti messi in evidenza nel rapporto, è da ricordare innanzi tutto come il metallo prezioso abbia fatto registrare una performance 2016, in termini di valore in dollari USA, vicina al +10%, nonostante la fase di “deterioramento” del prezzo innescata dai risultati delle elezioni presidenziali americane. A contribuire al risultato, in positivo, la decisione della FED che, a metà dicembre, ha aumentato i tassi d’interesse portando l’oro ad apprezzarsi di oltre il +5% in poco tempo.
Secondo gli economisti interpellati dal WGC, sono sei gli elementi fondamentali che, nello scenario globale dell’economia, sosterranno la domanda d’oro influenzandone la prestazione nell’anno in corso, innanzi tutto alcuni permanenti rischi e una serie di incertezze sul fronte politico e geopolitico (quali saranno le decisioni di Trump? E quali rapporti deciderà di allacciare o modificare con Russia e Cina?). La progressiva perdita di valore delle maggiori valute globali, poi, potrebbe influire in positivo sui prezzi dell’oro, come pure le aspettative - negli USA come in Europa - di un’inflazione in ripresa più marcata rispetto agli ultimi anni.
Permangono, quindi, incertezze riguardo a possibili bolle nei mercati azionari, secondo alcuni viziati da valutazioni gonfiate e, perciò, sottoposti al rischio di repentini ridimensionamenti. Molti elementi, inoltre, portano gli economisti a prevedere una crescita delle grandi economie asiatiche meno rapida che in passato ma più solida e certa nel lungo termine, senza contare l’apertura di nuovi mercati finora marginali (come quello del mondo musulmano con lo “Shariah Gold Standard”) o inesistenti per il metallo prezioso e che porteranno ad un incremento della domanda d’oro sostenendone la quotazione se non spingendola decisamente verso l’alto.
Per quanto riguarda possibili instabilità dei mercati azionari, in particolare, John Nugée sottolinea come il metallo prezioso rappresenti “un determinante elemento di resilienza per ogni portafoglio di investimento”. Spostandoci sul fronte asiatico, David Mann mette invece l’accento sull’India, paese in cui l’intenzione del governo di sostituire gran parte della massa monetaria per reprimere l’economia sommersa potrebbe frenare la crescita nel breve termine, costringendo tuttavia le autorità a nuove misure di sostegno della crescita e la popolazione ad affidarsi a beni rifugio come, per l’appunto, l’oro.