La Reserve Bank of India ha recentemente annunciato una serie di linee guida destinate a disciplinare il florido mercato dell’oro nel grande paese asiatico e che, fra l’altro, prevedono una riduzione di circa 900 tonnellate annue nel quantitativo importato dall’estero
Queste e altre informazioni sono state pubblicate ufficialmente nel portale del Gem & Jewellery Export Promotion Council (GJEPC) e la notizia è stata rilanciata, fra gli altri, anche da 'Rapaport | Diamonds.Net' (leggi qui).
Il governo di New Delhi intenderebbe mettere a disposizione del mercato interno indiano una parte delle riserve 'inattive' (stimata in oltre 20.000 tonnellate) detenute da persone fisiche, società o fondi comuni di investimento. Le elevate importazioni di metallo prezioso dall'estero, secondo la banca centrale indiana, sarebbero infatti uno dei fattori che ha fatto aumentare in modo marcato il disavanzo commerciale dell'India da qualche anno a questa parte.
Secondo le nuove linee guida della Reserve Bank of India, ogni cittadino indiano potrà partecipare all'operazione depositando un quantitativo minimo di 30 grammi di oro a 995 millesimi di finezza o superiore, sia sotto forma di lingotti e monete che di gioielli. Valore base e interessi del deposito saranno, a loro volta, espressi in oro e gli interessi saranno calcolati dalla data di deposito per quanto riguarda lingotti standard e monete già certificate, o a partire da 30 giorni dopo il deposito se questo avviene presso i centri di certificazione selezionati, che dovranno accertare la purezza degli oggetti.
Le banche che parteciperanno al programma avranno la possibilità di vendere o concedere in prestito l'oro raccolto da privati, società e fondi sia per il conio di monete che per la gioielleria, in una sorta di 'meccanismo autarchico' riveduto e corretto ed applicato, invece che a beni di sopravvivenza e materie prime nell'ambito di un'economia di guerra, al metallo prezioso per eccellenza in un sistema socio-economico enorme e complesso quale è quello indiano.