La recente decisione del presidente sudafricano Jacob Zuma con cui, il 9 dicembre scorso, è stato rimosso dal suo incarico il ministro delle Finanze Nhlanhla Nene sta portando conseguenze inattese e positive per l’economia del paese, e per il settore aurifero in particolare.

Il rand ai minimi, una boccata d’ossigeno per l’oro sudafricano

Infatti, come sottolinea in un post del 14 dicembre il portale 'BloombergBusiness' (leggi qui il testo completo), la forte svalutazione del rand seguita alla decisione presidenziale ha ridotto drasticamente i costi del lavoro e gli altri oneri in valuta locale delle compagnie estrattive che operano vendendo poi il metallo prezioso con prezzo definito in dollari americani.

Tra le compagnie che hanno beneficiato della decisione spiccano Harmony Gold Minig Ltd. che, ad esempio, ha visto schizzare in alto del 25% il valore delle proprie azioni mentre Anglo Gold Ashanti ha guadagnato il 12% e Gold Fields Ltd. l'11%. Una boccata d'ossigeno per un settore storicamente molto importante nell'economia del Sudafrica ma che negli ultimi anni, sia per la scarsità di fonti energetiche che per le agitazioni sindacali ed il fisiologico 'invecchiamento' di molti dei giacimenti più importanti stava mostrando segnali di crisi.

Tra le linee fondamentali per il rilancio del settore aurifero sudafricano vi sono sia una serie di prospezioni su nuovi possibili giacimenti, sia un incremento nell'efficienza e nell'economicità del processo estrattivo - finora condotto in modo tradizionale, con trivelle e dinamite - che, elemento ormai imprescindibile, un quadro di ulteriori garanzie di sicurezza, salariali e di welfare per i lavoratori del settore.

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