Ha fatto un certo scalpore l’analisi di Tom Brady, Chief Economist di Newmont Ming Corporation - una delle compagnie estrattive più importanti del mondo - nella quale l’esperto del settore minerario, e di quello aurifero in particolare, ha dichiarato senza mezzi termini che l’approvvigionamento di metallo prezioso da giacimenti è destinato a diminuire in modo progressivo e considerevole nei prossimi anni.

“Nell’anno 1900 - ci ricorda Brady - la fornitura globale d'oro da miniere si attestò ad appena 12 milioni di once. Nel 1970, aveva raggiunto 50 milioni di once, in primo luogo incoraggiata dal successo delle esplorazioni minerarie condotte, in particolare, nel Witwatersrand in Sudafrica“.

Il settore estrattivo verso un inesorabile declino?

“Durante questi settant'anni, le miniere sudafricane hanno generato circa il 45% della fornitura totale d'oro del globo e nel 1970 hanno raggiunto una percentuale record del 70% del totale globale. Nel decennio successivo, tuttavia, l'offerta sudafricana è scesa quasi del 20%, poichè le aziende minerarie hanno incontrato sempre maggiori difficoltà di approvvigionamento. Di conseguenza, le forniture globali da miniera sono scese“.

La situazione è cambiata nuovamente negli anni '80. L'approvvigionamento da miniere è aumentato di nuovo grazie a nuove tecnologie che hanno permesso alle compagnie minerarie di estrarre in modo proficuo l'oro da tipi di minerali più complessi e, in precedenza, pressochè impossibili da lavorare.

“Le miniere della zona di Carlin (Nevada) di proprietà della Newmont - prosegue Brady - esemplificano il modo in cui le tecnologie e le attrezzature avanzate hanno sostenuto la produzione. In esercizio dal 1960, la miniera ha prodotto circa 130.000 once d'oro nel 1965, con una redditività di oltre 0,3 once per tonnellata. Negli anni '80, la resa era scesa sotto le 0,1 once per tonnellata. Con l'introduzione di nuove tecniche estrattive a partire dal 1979, tuttavia, ha permesso di sfruttare grandi depositi di bassa qualità, consentendo alla produzione di raggiungere oltre 1,5 milioni di once alla fine degli anni '80. Nei primi anni Novanta, infine il sito Carlin è diventato la prima miniera a produrre oltre un milione di once d'oro in un solo anno“.

Tali progressi hanno fatto sè che la fornitura globale delle miniere sia più che raddoppiata negli anni '80 e '90, raggiungendo 85 milioni di once nel 2001. Il periodo più recente di crescita significativa nell'offerta delle miniere è iniziato nel 2009, guidato dal prolungato periodo di aumento dei prezzi dell'oro, da poco più di 250 dollari per oncia nel 2001 a oltre 1.700 per oncia nel 2012. Questo periodo di guadagni sostenuti ha consentito alle società di estrazione mineraria di espandere i budget di ricerca e sviluppo in modo aggressivo e l'approvvigionamento globale da miniere è schizzato a quasi 93 milioni di once. L'approvvigionamento da miniere cinesi è stato un altro fattore chiave, più che raddoppiato dai meno di 6 milioni di once nel 2002 a oltre 13 milioni del 2012.

Nonostante i progressi della tecnologia, tuttavia, i siti estrattivi sfruttabili in modo redditizio stanno diminuendo drasticamente come pure la produttività di numerose miniere attive al momento e le campagne esplorative. Nel 2002, ad esempio, la spesa globale per l'esplorazione di nuovi siti auriferi era di soli 80 milioni di dollari USA.èPoi, è aumentata di ben il 25% annuo, fino ad un picco di quasi 10 miliardi di dollari nel 2012.èDa allora, la spesa globale per la ricerca di nuovo oro è diminuita di oltre il 65%, attestandosi a circa 3 miliardi di dollari nel 2016.

Per leggere il testo completo dell'analisi di Tom Brady (clicca qui).

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