Il WGC, l’organizzazione globale che si occupa di promuovere e sviluppare l’industria e il mercato del metallo prezioso, ha rilasciato di recente una “Consultation paper” destinata alle autorità monetarie per mettere in evidenza, in sintesi, quelle che dovrebbero essere le pratiche raccomandate alle autorità stesse in relazione alla gestione delle riserve auree, ai meccanismi di acquisizione, corretta classificazione e certificazione, stoccaggio, prestito o leasing, swap o cessione di quantitativi d’oro.

Il World Gold Council e le 'buone pratiche' sull'oro

Si inizia dalle definizioni: innanzi tutto, l'oro monetario è definito come quello detenuto dall'autorità monetaria come parte delle proprie riserve in valuta estera sotto forma di monete, lingotti o barre con una purezza di almeno 995 parti per 1.000. Eè indicato come oro non monetario quello che non soddisfa tali caratteristiche e che può includere gioielli, rottami, oro non raffinato, pepite. Vi è poi l'oro antico, ossia l'insieme degli oggetti storici d'oro che possono soddisfare i criteri di definizione di “oro monetario“, ma che il l'autorità monetaria sceglie di detenere per motivi culturali o storici.

La guida prosegue indicando le corrette procedure che ciascuna autorità monetaria dovrebbe seguire scrupolosamente per una gestione efficiente e trasparente delle proprie riserve auree, da quelle di 'ingresso' - con relative misurazioni, certificazioni, verifiche di lecita provenienza - a quelle di 'uscita'. Il World Gold Council, quindi, pone l'accento sulla necessità di applicare correttamente i meccanismi di calcolo di guadagni o perdite derivati dalle vendite di metallo prezioso, come pure aspetti quali la quantificazioni di eventuali costi di custodia e trasporto. Inoltre, nel vademecum il WGC elenca una serie di punti che ogni autorità monetaria dovrebbe tenere sempre presenti nel trattamento del metallo prezioso.

In questo ambito, l'autorità deve innanzi tutto avere ben chiari gli scopi e le intenzioni che la portano a scegliere di detenere oro, quindi alla necessità di frazionare tale riserva in modo opportuno per funzioni separate, tenendo conto della rivalutazione o della svalutazione delle riserve stesse al passare del tempo.

Anche per quanto riguarda operazioni di prestito o di swap delle riserve, infine, l'autorità è tenuta ad un monitoraggio e ad un controllo costanti, nonchè a rendere noti al pubblico tali dati - oltre quelli di acquisto e vendita - per garantire una costante trasparenza. A questo indirizzo il documento completo in formato Pdf.

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