Entro la fine del 2016, ben 1,6 miliardi di persone nel mondo potranno usufruire, probabilmente, di un nuovo standard per gli investimenti in oro per la prima volta nella storia moderna; si tratta degli 1,6 miliardi di individui che, professando la religione musulmana, costituiscono quasi il 25% dei 6,9 miliardi di persone sul pianeta. Questa nuova sorta di “Gold Standard' - ci spiega Mark O’Byrne (leggi qui l’approfondimento completo) è definito come “Sharia Gold Standard” ed è stato sviluppato come parte di una collaborazione tripartita tra AAOIFI, World Gold Council (WGC) e Amanie Advisors.

“Islamic Gold”, la nuova variabile (vitale) del mercato

La nuova organizzazione ha come scopo primario quello di fornire una guida dal punto di vista della legge coranica sul corretto uso del metallo prezioso nelle transazioni finanziarie e di investimento sia per quanto riguarda i singoli individui che le istituzioni finanziarie islamiche; inoltre, secondo quanto afferma il WGC in una nota, èLa piattaforma mira anche ad aumentare la trasparenza e ad armonizzare le procedure per quanto riguarda l'uso di oro in varie pratiche di mercato.

Il nuovo standard è previsto per agire con riconoscimento a livello internazionale sia ui piani di risparmio in oro (piani di accumulo) che su attività di allocazione e stoccaggio di lingotti d'oro fisico, sui certificati aurei come ETF gold-backed, su alcuni future sull'oro e su azioni di compagnie impegnate nell'estrazione del metallo prezioso.

Il mondo islamico - sottolinea fra gli altri aspetti O'Byrne - è profondamente diverso dai grandi mercati dell'oro cinesi e indiani essendo diffuso dal punto di vista geografico, con diverse nazionalità, regolamenti e costumi. Tuttavia, vale la pena ricordare che la maggioranza dei musulmani risiedono in paesi in cui vi è ancora una forte percezione del fatto che l'oro sia denaro a tutti gli effetti e costituisca una significativa, se non imprescindibile, riserva di valore.èIn paesi come il Pakistan - dallo status geopolitico complesso - o in nazioni come la Malesia e l'Indonesia - caratterizzate da valute quanto meno 'fluttuanti' - ci si attende perciò di registrare presto un forte della domanda per i prodotti legati all'oro e 'Sharia compliant'.

Ci si avvia dunque, con l'apertura del mercato dell'oro al mondo islamico, verso un cambiamento dinamico e positivo; i paesi da tenere maggiormente d'occhio saranno Bahrein, Qatar, Indonesia, Arabia Saudita, Malesia, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Kuwait, Oman e Pakistan, che attualmente svolgono ben il 93% delle attività finanziarie islamiche globali all'interno delle proprie istituzioni finanziarie.

Eè importante tener conto che il nuovo èGold Standard' avrà una costante necessitè di oro fisico sottostante, in qualunque forma i prodotti legati al metallo prezioso vengano acquistati. Il World Gold Council ha dichiarato che ci si può aspettare di assistere una domanda aggiuntiva di 'centinaia di tonnellate' una volta che la piattaforma 'Sharia based' sarà operativa. Si stima inoltre che se solo il 2% dei capitali attualmente gestiti da istituti finanziari islamici verrà investito in oro, si potrebbe verificare una domanda supplementare d'oro di 1.000 tonnellate all'anno.

Ciè, ovviamente, avrebbe un forte impatto sulla fornitura di metallo prezioso, così come sulla domanda e quindi sul prezzo a livello planetario. Senza l'esistenza di un formale èSharia Gold Standard', il totale globale della domanda d'oro è stato pari, infatti, a poco meno di 1.000 tonnellate nel terzo trimestre 2016, mentre la fornitura d'oro mondiale è stata poco al di sopra di questo quantitativo determinando un surplus di appena 172 tonnellate metriche.

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