Con una percentuale, sul totale di metallo prezioso estratto nel mondo, che oscilla mediamente tra il 9% e il 10% l’Australia rappresenta uno dei produttori d’oro più importanti del pianeta.
Nel biennio 2014-2015 (ultimi dati disponibili), dai giacimenti del grande paese sono state estratte, ad esempio, 272 tonnellate di fino, mentre il record storico dal 1990 ad oggi spetta al biennio 1997-1998 con 306 tonnellate estratte complessivamente.
A partire da questi dati il “Financial Times“ del 18 agosto ha dedicato al settore aurifero australiano un ampio articolo di analisi (leggi qui la versione originale) che si apre con le ultime notizie sul “super sito“ estrattivo di Kalgoorlie che, da 125 anni a questa parte, ha restituito ben 60 milioni di once d'oro (pari a circa 1.866,18 tonnellate di metallo prezioso) e che si mostra ancora promettente dopo le ultime trivellazioni di prospezione che hanno raggiunto i 600 metri di profondità.
Prospezioni, di solito, estremamente costose e sulle quali le major minerarie investono, tuttavia, sempre di meno; quindi, dato che i giacimenti d'oro non sono infiniti, nè tutti sfruttabili in modo redditizio, se non si verificherà qualche fatto nuovo - spiega il giornalista Jamie Smyth del “Financial Times“ - “non è escluso che entro un decennio si possa assistere ad una penuria di metallo prezioso sul mercato globale“.
Per ora, tuttavia, l'Australia sembra al riparo da questo rischio dal momento che grazie ad una valuta relativamente debole, ad agevolazioni fiscali alle compagnie estrattive e ad una estensione e ad una conformazione geologica uniche al mondo, il paese si presenta ancora come uno dei più appetibili per la ricerca dell'oro. “L'Australia è un dono di Dio ai minatori“ ha commentato, non a caso, Jake Klein, executive chairman della compagnia Evolution Mining che, nel paese, ha vari giacimenti attivi.
Tra gli esempi di quanto possa incidere il costo di ricerca e prospezione di un sito aurifero, il “Financial Times“ cita il caso della società Gold Road, che ha investito 30 milioni di dollari australiani anche quest'anno su esplorazioni finalizzate a individuare nuovi giacimenti di metallo prezioso. Nel 2013 la società ha scoperto la miniera di Gruyere, in Australia occidentale, che si è rivelata contenere ben 3,5 milioni di once prospettando una vita operativa di almeno 13 anni. Gold Road ha poi venduto una quota del 50% del sito a Gold Fields, compagnia sudafricana, nello scorso “novembre per 350 milioni di dollari“. "Abbiamo scoperto l'oro di Gruyere spendendo, nella prospezione, meno di 10 dollari per oncia, una cifra che rappresenta un primato a livello mondiale", ha dichiarato Justin Osborne in una recente intervista.