Trecentomila chilometri quadrati di superficie per poco più di 103 milioni di abitanti, con un PIL complessivo nel 2016 stimato in poco meno di 305 miliardi di dollari ed un reddito pro capite di meno di tremila dollari annui: queste alcune cifre per conoscere meglio le Filippine, paese che - pur con un tasso di crescita economica notevole - conserva vastissime sacche di povertà ed una forbice sociale decisamente ampia tra la classe media e ricca e il resto (la stragrande maggioranza) della popolazione.
Fa notizia, quindi, l'articolo del 3 settembre a firma di Federico D. Pascual Jr. pubblicato da “PhilStar.com“ (leggi qui il testo originale) nel quale il giornalista rilancia la questione, mai chiarita, dell'immenso patrimonio in oro detenuto e gestito prima dal dittatore Ferdinando Marcos e quindi dalla vedova Imelda e dai familiari. “Abbastanza oro - si legge nel testo - da sradicare per sempre la povertà dalle Filippine“.
Già nel 2009 la vedova di Marcos dichiarò che nel corso di cinquant'anni di potere (di cui oltre venti alla presidenza) il marito aveva accumulato un tesoro - per la gran parte, sotto forma di lingotti di metallo prezioso - che aveva messo al sicuro in 177 banche di 72 paesi diversi. Una ricchezza incalcolabile proveniente, in parte, dagli accordi segreti tra il dittatore ed alcune compagnie minerarie. Ma non solo, accanto all'oro di provenienza illegale anche riserve auree nazionali, come le 205 tonnellate metriche depositate presso la Bank of England nel 1981 per coprire una enorme emissione di cartamoneta alla quale, all'epoca, si opponevano gli Stati Uniti.
Sempre nel corso dell'intervista del 2009, mostrando al proposito una grande mole di documenti ai giornalisti presenti, Imelda Marcos sostenne che la volontà del marito fosse quella di impiegare questa enorme quantità di oro per migliorare la qualità della vita del popolo filippino. Forse si trattò di una mossa propagandistica per sostenere la candidatura del figlio Bongbong, alla presidenza del paese (andata invece, con le elezioni del 2010, a Noynoy Aquino); sta di fatto che, ancora oggi, il tesoro di Ferdinando Marcos rimane un mistero conservato gelosamente dall'ormai quasi novantenne Imelda e dai familiari, reduci di uno dei “clan“ di potere più influenti del XX secolo.