L’attivazione ufficiale, da parte della Gran Bretagna, dell’ormai noto “articolo 50

- la clausola dei trattati comunitari che regola le procedure di uscita di un paese dall’Unione Europea - ha portato alla conferma di un fenomeno già rilevato, Oltremanica, nei mesi che hanno preceduto e seguito il referendum sulla Brexit, ossia un sostanziale indebolimento della sterlina sul mercato valutario ed un parallelo boom nella richiesta di metallo prezioso da investimento.

La Brexit e lo sprint del mercato aureo (d'oltremanica e non solo)

A fine 2016, secondo i dati ufficiali, nel Regno Unito la vendita di monete e lingotti d'oro è aumentata, rispetto all'anno precedente, del 39%. Un fenomeno, tuttavia, che ha radici più antiche e che è strettamente correlato ai timori sugli scenari macroeconomici degli ultimi anni. La sola società Global Investment, ad esempio, nel 2007 commercializzò 237,7 tonnellate di lingotti mentre nel 2011 il quantitativo era già schizzato a 1.246,9 tonnellate metriche.

''Data la portata dell'incertezza creata dalla decisione del Regno Unito di lasciare l'Unione Europea - scrive Mark O'Byrne, leggi qui l'articolo completo - la giè robusta domanda d'oro nel Regno Unito dovrebbe proseguire nel tempo. Inoltre, in considerazione del fatto che la coesione della stessa Unione Europea è messa a dura prova e, dopo la Brexit, permane un 'rischio di contagio', anche la domanda di oro complessiva nella UE dovrebbe mantenersi in crescita''.

Confermano un simile scenario a livello globale le recenti notizie pubblicate dall'agenzia Reuters (leggi qui il testo originale). ''L'investimento in lingotti d'oro - secondo CPM Group, importante società finanziaria americana - aumenterà per il quarto anno consecutivo nel 2017, dato che i fattori politici ed economici globali sono previsti per mantenere l'interesse di acquisto. Si rileva, in particolare, un ritorno degli investitori generalisti che si erano allontanati dal metallo prezioso tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012".

CPM prevede un investimento globale in lingotti d'oro per 17,6 milioni di once nel 2017, di poco superiore ai 17,4 milioni di once fatti registrare nel 2016 e il dato migliore dal 2012, quando si registrè un picco storico a quota 29,2 milioni di once. La domanda mondiale di monete d'oro bullion dovrebbe attestarsi invece sui 7,5 milioni di once nel 2017, contro i 7 milioni di once del 2016.

La domanda di metallo prezioso per usi industriali è scesa nel 2016 ad un valore di 92,2 milioni di once, in calo del 4,1% sul 2015, mentre i prezzi dell'oro sono aumentati nei primi otto mesi dell'anno e la domanda di gioielli è scesa sia in Cina che in India, i due maggiori consumatori di prodotti fabbricati in oro. Le banche centrali, per contro, hanno aggiunto oro alle loro riserve per il nono anno consecutivo aumentandone il livello globale di circa 7,2 milioni di once, in crescita rispetto ai +5,3 milioni di once del 2015.

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