Sono stati resi disponibili dal World Gold Council il 6 febbraio i dati sulla domanda globale di metallo prezioso nel 2017. Un anno in chiaroscuro che si è chiuso con un vero e proprio rally nell’ultimo trimestre, nel quale la richiesta d’oro è cresciuta del 6% su base annua fino a quota 1.095,8 tonnellate. “Troppo poco, e troppo tardi”: la domanda relativamente all'intero anno, infatti, è scesa del 7% attestandosi a quota 4.071,7 tonnellate. Il rapporto del WCG si sviluppa su diciotto pagine (accedi qui alla versione completa); ecco qui, invece, alcuni highlight settore per settore.
La domanda di oro per gioielleria per l'intero anno è aumentata del 4% a 2.135,5 tonnellate; si tratta del primo anno di crescita dal 2013 anche se il miglioramento del 12% relativo al Q4 in India è stato in buona parte dovuto alla forte debolezza dello stesso periodo del 2016. Anche il mercato statunitense è tornato a crescere: l'incoraggiante clima economico ha contribuito a risollevare la domanda al livello più alto dal 2010. Minori prezzi dell'oro e fattori stagionali in Cina e in India. La domanda di gioielli in oro ha preso slancio nell'ultimo trimestre del 2017, con un aumento del 3% e al massimo da 2 anni, con un totale di 648,9 tonnellate di metallo prezioso.
La domanda di lingotti e monete è scesa invece di 19,5 tonnellate fino a quota 1.029,2 a fine 2017. An incontrare minor gradimento soprattutto le monete, con un calo concentrato negli Stati Uniti. La domanda di lingotti è stata di 770,9 tonnellate ed è rimasta relativamente stabile negli ultimi anni, con una media di 773 tonnellate a partire dal 2014. Il brusco calo del bullion negli USA è stato in parte dovuto al fatto che il 2016 è stato un anno in cui l'attenzione degli investitori è stata attirata sui mercati azionari che hanno raggiunto nuovi massimi storici. Per contro, nel 2017 la Cina è stata il più grande mercato al mondo per lingotti e monete d'oro da investimento, con 306,4 tonnellate (una domanda annuale dell'8% più elevata rispetto al 2016 e ben superiore alla media quinquennale di 284,8 tonnellate).
Sempre attive, ma senza scossoni, anche le banche centrali i cui acquisti netti di metallo prezioso nel 2017 si sono attestati a 371 tonnellate, il 5% in meno rispetto al 2016. In crollo il quarto trimestre, con un -38% dovuto alla cessione delle riserve auree da parte del Venezuela alla Deutsche Banbk a fronte di un finanziamento di 1,7 miliardi di dollari. Sul fronte opposto, ad accrescere in modo più marcato le proprie scorte strategiche di metallo è stata innanzi tutto la Russia, con +224 tonnellate nell'anno (+18% nel rispetto al 2016). Altro paese molto attivo è stato la Turchia le cui riserve sono aumentate di una media di 11 tonnellate al mese a partire da maggio. Entro la fine del 2017, le riserve auree erano aumentate da 86 a oltre 200 tonnellate. èCome abbiamo notato nel nostro rapporto sul Q2 - sottolinea il WGC - la decisione di effettuare acquisti regolari di oro è stata strategica e in linea con la visione della Turchia secondo cui l'oro è una risorsa strategica nell'ambito del sistema di riserve nazionaliè. Anche il Kazakistan è stato impegnato ad aumentare le proprie riserve auree. La banca centrale ha acquistato 11,6 tonnellate nel quarto trimestre, portando gli acquisti netti totali per l'anno a 42,9 tonnellate e le riserve complessive a poco più di 300 tonnellate. Secondo il WGC altri paesi acquirenti degni di nota durante l'anno sono stati: Colombia (4,6 t), Venezuela (4,4 t), Indonesia (2,5 t), Giordania (2,2 t), Repubblica del Kirghizistan (1,8 t), Tailandia (1,6 t) e Mongolia (1,3 t).
Passando alla domanda di oro nel settore tecnologico, questa ha visto un guadagno complessivo del 3% nel 2017 con 332,8 tonnellate. Si tratta del primo aumento annuale dal 2010 e il quarto trimestre è stato particolarmente forte con 88,2 tonnellate assorbite dal settore high tech. Tre le componenti chiave del rinnovato successo del metallo prezioso nell'elettronica: wireless chip, circuiti stampati (PCB) e cavi schermati. Solo il settore medicale (odontoiatria) ha registrato una domanda inferiore, proseguendo nella tendenza al ribasso degli ultimi anni.
Concludiamo con le forniture di metallo prezioso, sia da miniera che da riciclaggio. La produzione del settore estrattivo è salita a 3.268,7 tonnellate nel 2017. Per quanto riguarda, invece, le attività di recupero del metallo prezioso (scese da 1.295,1 a 1.160,0 tonnellate) il netto calo è stato dovuto ad una normalizzazione dell'attività del settore che invece, specie nella seconda metà del 2016, era stato particolarmente attivo.
Per quanto riguarda l'estrazione di nuovo oro da miniera in Cina - il più grande produttore al mondo - il quarto trimestre ha visto un calo del 10%. Quindi, in linea teorica, la produzione del 2017 dovrebbe essere inferiore del 9% rispetto al 2016, ed è solo il secondo calo annuale di produzione dal 1980. La produzione mineraria della Tanzania è diminuita invece del 15% su base annua nel quarto trimestre. Il il divieto continuo di esportazioni concentrate - introdotto a marzo - continua a incidere sul rendimento del progetto Buzwagi di Acacia Mining e l'azienda sta riducendo anche le operazioni nel suo progetto principale di Bulyanhulu per gestire le perdite.
Produzione in calo nel quarto trimestre anche negli Stati Uniti, in Brasile e in Mali mentre la produzione estrattiva della Russia ha visto un aumento nel quarto trimestre, periodo che ha visto anche l'avvio del significativo progetto Natalka situato nella regione del Magadan. Polyus, la compagnia concessionaria, si aspetta che questo sito aumenterà significativamente la produzione del paese negli anni a venire. In Indonesia, l'estrazione di minerale di qualità superiore a Grasberg, la più grande miniera del paese, ha contribuito a incrementare i risultati del quarto trimestre dell'11% su base annua. In Canada, invece, i siti di Hope Baye Brucejack, così come le start up di Rainy River e Moose River, hanno contribuito a un aumento del 5% nel quarto trimestre. Anche vari siti in Africa Occidentale sono entrati in produzione verso fine anno.
In conclusione, la fornitura totale di metallo prezioso da miniere e rete di impianti di riciclaggio è stata, nel 2017, di 4.590,9 tonnellate metriche contro le 4.398,4 del 2016, in calo del 4%.