Periodicamente, nel settore del metallo prezioso, si torna a parlare di trasparenza. Risulta infatti fondamentale, per una lettura corretta di questo cruciale ambito dell’attività economica e finanziaria globale, che tanto le istituzioni pubbliche che le grandi realtà private forniscano dati attendibili e completi sui quantitativi d’oro detenuti e sugli eventuali movimenti degli stessi (compravendita, swap, leasing o altro) da un soggetto all’altro.
Un passo avanti a molti si pone la Germania - in Europa e non solo - e dell’argomento si occupa, in un report che potete leggere a questo indirizzo, Carl-Ludwig Thiele, membro dell’executive board della Bundesbank il quale mette in evidenza innanzi tutto l’ammontare complessivo delle riserve nazionali di Berlino, che dal 1951 ad oggi, sono salite fino al ragguardevole quantitativo di 3.400 tonnellate.
Il paese si colloca in tal modo al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti d’America che, almeno ufficialmente, vantano riserve auree per poco più di 8.100 tonnellate (ricordiamo che l’Italia mantiene il quarto posto della classifica a circa 2.450 tonnellate, subito dopo il Fondo Monetario Internazionale che dispone di una dotazione di circa 2.800 tonnellate).
E’ soprattutto negli ultimi cinque anni che la Bundesbank ha implementato una serie di procedure e strumenti, anche a livello di comunicazione, per dare massima trasparenza all’aspetto delle riserve di metallo prezioso. Nella “locomotiva d’Europa”, infatti, l’investimento privato in oro è una pratica molto diffusa e i cittadini, pertanto, sono interessati a conoscere più possibile anche sul metallo prezioso di proprietà nazionale.
Thiele, nel suo rapporto, spiega come “Le riserve auree della Germania furono in gran parte accumulate tra gli anni '50 e i primi anni '70, quando il paese ebbe una rapida crescita economica e sviluppò un notevole surplus commerciale. Inizialmente, l'oro è rimasto nelle sue location originali, conservato in banche centrali di tutto il mondo. Oggi le nostre riserve auree sono detenute in tre sedi: la Deutsche Bundesbank di Francoforte sul Meno, la Federal Reserve Bank di New York e la Bank of England a Londra. Le strutture di stoccaggio di questi siti soddisfano una serie di criteri essenziali, tra cui l'efficienza dei costi, la capacità di liquidare le riserve con breve preavviso e la sicurezza, che è particolarmente elevata in tutte e tre le sedi”.
Come primo passo dell’operazione trasparenza, nell'autunno del 2012 sono stati resi pubblici i volumi esatti di oro detenuti in ciascun sito di stoccaggio. Fu allora che il Consiglio della Bundesbank decise di trasferire una parte sostanziale di questo oro in Germania. Il 16 gennaio 2013 sono stati esposti numerosi lingotti d'oro, mostrati diversi processi di verifica e la Bundesbank ha annunciato che avrebbe iniziato a ricollocare in patria 674 tonnellate di oro dalla FED di New York e dalla Banque de France a Parigi. Al più tardi entro il 2020, poco più del 50% delle riserve tedesche saranno immagazzinate a Francoforte (dove fino al 1997 si trovavano appena 77 tonnellate di lingotti).
All'inizio del 2014, poi, il pubblico è stato informato sui trasferimenti dell'anno precedente e, a febbraio 2017, è stato annunciato che il trasferimento di oro da New York era stato completato con successo. Sei mesi più tardi, la Bundesbank ha fatto sapere che anche i trasferimenti dalla Banque de France erano stati completati. Alle conferenze stampa tenute in queste occasioni, i giornalisti hanno anche potuto ammirare alcuni lingotti d'oro che erano stati portati a Francoforte da New York e Parigi. In un ulteriore step verso una maggiore trasparenza, il Consiglio esecutivo della Bundesbank ha fatto realizzare un film sul trasferimento e la conservazione dell'oro tedesco, pubblicato nel 2015.
La pietra miliare di questo percorso, tuttavia, è stata la pubblicazione di un elenco di tutti i lingotti d'oro tedeschi, per un totale di circa 270.000. La Bundesbank ha pubblicato il tutto in circa 2.400 pagine - in tre parti - a partire da ottobre 2015, quando praticamente nessuna banca centrale al mondo aveva mai pubblicato una simile lista.
"Il diavolo è nei dettagli" - sottolinea Thiele - e abbiamo dovuto concentrarci scrupolosamente su ogni aspetto e particolarità per redigere un corretto e completo inventario dei lingotti d'oro. Durante questo lungo processo, una cosa è emersa chiaramente: le regole sono fondamentali per rendere la trasparenza una realtà. La London Bullion Market Association (LBMA) ci ha offerto in tal senso un insieme appropriato di regole. Altrove, tuttavia, c'è poca coerenza”.
“C'è una domanda - chiude l’alto funzionario della Bundesbank - a cui invece non possiamo rispondere, anche se è stata fatta più volte: quali rotte e mezzi di trasporto sono stati utilizzati per i trasferimenti di oro? In questo caso, come nel trasporto di denaro contante, la sicurezza del personale e delle risorse ha sempre la precedenza sulla necessità di informazioni e trasparenza. Per questo motivo, la Bundesbank ha costantemente rifiutato di rispondere a tali domande e continuerà a farlo in futuro”.