La penultima settimana di contrattazioni di novembre sui mercati internazionali, per l’oro, risente in positivo, con un rush finale tra giovedì e venerdì, della decisone annunciata dal presidente della Banca Centale Europea Mario Draghi di dare nuovo slanico all’economia dell’Eurozona con un massiccio piano di acquisto di titoli comperto dall’emissione di nuova cartamoneta. Una sorta di “Quantitative easing” in versione Vecchio Continente per riportare l’inflazione – ormai stagnante – verso quel fisiologico livello del 2% annuo che si accompagna ad una crescita non marginale dell’economia.
Sintesi della settimana | Su base settimanale, il metallo prezioso di apprezza del 2,06% in cinque sedute, guadagnando 63 centesimi di euro al grammo soprattutto grazie all’impennata registrata fra giovedì 20 e venerdì 21 che ha visto le quotazioni passare da 949,49 euro per oncia a 968,58. Il periodo in esame, del resto, si era aperto su livelli ancor più bassi, a 949,04 euro per oncia, lunedì 17 novembre.
Sintesi del mese | Segno ancora negativo, invece, nel mese dal 21 ottobre al 21 novembre anche se il recupero delle ultime sedute limita la perdita al -1,39%, pari a 44 centesimi di euro per grammo. Il nervosismo dei mercati di evidenzia anche dal delta tra quotazione minima (29,42 €/gr) e massima (31,58 €/gr) fatte registrare nel periodo, con una forbice tra le due di 2,16 euro.
Sintesi dell’anno | Assai positivo il confronto “anno su anno” ossia dal 21 novembre 2013 alla stessa data del 2014: infatti, il metallo prezioso fa segnare – nonostante tutto – un apprezzabile +5,14% sulle quotazioni, passate da 29,62 €/gr a 31,14 €/gr. I 3,92 euro di forbice tra prezzo minimo e massimodell’anno in esame rendono tuttavia l’idea delle oscillazioni dell’oro legate alle tensioni geopolitiche e al perdurare, specie in certe aree, di una crescita economica bassa o nulla.