L’introduzione di pesaanti dazi doganali, dal parte degli USA, nel settore metallurgico - con possibile estensione, fra gli altri ambiti dell’import, anche ad automobili e agroalimentare) - insieme alla dichiarazione a sorpresa che Donald Trump e il presidente nord coreano Kim Jong-un si incontreranno entro maggio fanno sì che il metallo prezioso continui ad attraversare una fase all’insegna della stabilità. Come confermano le cifre relative alla setimana di contrattazioni appena trascorsa.
Sintesi della settimana | Alternando giornate in lieve rialzo ad altre in leggero calo, il tutto in una forbice di ampiezza pari ad appena 13 centesimi di euro sul prezzo del grammo, l'oro ha chiuso il periodo con un -0,03%, ossia limando un centesimo appena dal fixing del venerdì precedente e attestandosi, alla chiusura di venerdì 9 marzo, a 34,48 euro/grammo.
Sintesi del mese | Pressochè identico lo scenario relativo agli ultimi trenta giorni: dopo aver toccato il massimo di periodo il 19 febbraio scorso sfiorando il 35 euro/grammo (34,98, per l'esattezza), il metallo prezioso ha imboccato una tendenza al ribasso mitigata solo da poche sedute. Risultato finale di periodo: +0,03% pari a +1 centesimo sul prezzo del grammo di fino.
Sintesi dell'anno | Ancora in territorio negativo, di quasi sei punti percentuali (-5,87%) la performance misurata nell'arco degli ultimi 365 giorni. Oscillando in una forbice di ampiezza 4,91 euro, il fixing del metallo prezioso sconta, rispetto al 9 marzo 2017, una contrazione di 2,15 euro per grammo. In negativo anche il risultato relativo all'anno solare 2018, che si attesta ad un -1,61%.