La notizia è stata pubblicata in evidenza dal quotidiano “Kronen Zeitung” del 22 maggio scorso (leggi qui) trovando ampia eco nei media specializzati di tutto il mondo: Vienna ha deciso infatti di riallocare entro i confini nazionali ben 110 tonnellate d’oro attualmente stoccate presso la Bank of England. L’Austria, che possiede complessivamente 280 tonnellate di riserve strategiche in metallo prezioso, avrebbe infatti in mente di arrivare presto a custodire in proprio almeno metà dell’oro nazionale che oggi, invece, per l’82% è collocato all’estero.
Dal 2007, dopo aver monetizzato circa 40 tonnellate del proprio stock aureo approfittando delle quotazioni da primato che si registrarono in quel periodo, la Repubblica d'Austria non ha più effettuato operazioni sulle riserve auree, nè in acquisto nè è tanto meno è in vendita. La recente decisione della Oesterreichische NationalBank viene collegata da Koos Jansen (leggi qui l'articolo completo) con quanto sostenuto dalla Corte dei Conti austriaca la quale, lo scorso febbraio, in un rapporto ufficiale aveva rilevato nell'attuale dislocazione delle riserve auree un ''rischio da concentrazione'' sottolineando, inoltre, come l'accordo con la Bank of England mostrasse notevoli 'carenze' e lasciasse, al governo e alla banca centrale di Vienna, poca libertà di controllo e verifica delle proprie dotazioni in metallo prezioso.