La London Bullion Market Association si autodefinisce “The Competent Authority for the world’s Bullion Market”. Supervisionata dalla Bank of England, LBMA definisce il fixing quotidiano del metallo prezioso a livello mondiale attraverso i cosiddetti contratti di prima istanza (OTC, ossia “Over the counter”).
Gli altri mercati mondiali sui quali avviene la contrattazione dell’oro, da quello statunitense a quelli cinesi, svolgono un ruolo secondario e lavorano, di fatto, sulla base di quanto definito da Londra.
In più occasioni sospettata di manipolare al ribasso, in modo artificioso, il prezzo dell'oro, LBMA è oggi al centro, specie per quanto riguarda le quantità di metallo prezioso raffinate presso le società collegate, di un'inchiesta firmata da Ronan Manly pubblicata di recente nel portale ''GoldSeek'' (il testo integrale a questo indirizzo). Ad esempio, fa notare l'analista, nel maggio 2015 LBMA ha dichiarato come nel 2013 le raffinerie collegate all'associazione avevano lavorato, nel corso dell'anno, oltre 6.600 tonnellate d'oro per poi ridimensionare drasticamente il quantitativo - fino a 4.600 tonnellate - dopo alcune indiscrezioni di segno diverso apparse su blog del settore.
Un errore da scolaretti lo definisce Manly senza mezzi termini, supportando le proprie riflessioni con altre incongruenze riscontrate nei rapporti successivi: ad esempio, le raffinerie associate LBMA avrebbero trasformato in lingotti nel 2014 un quantitativo di 4.921 tonnellate d'oro, a fronte di una produzione mineraria mondiale di sole 4.394 tonnellate di metallo prezioso (parte delle quali, non dimentichiamo, non lascia mai i paesi di origine).
In un report pubblicato nel maggio di quest'anno, LBMA fa presente come la discrepanza sia dovuta alla voce riciclaggio di oro (ossia, affinamento e lingottatura di oro già presente sul mercato sotto altre forme) ed alla trasformazione di notevoli quantitativi di lingotti standard da 400 once in 'kilobar' ossia lingotti più maneggevoli e commerciabili, del peso di un chilogrammo di fino. Sta di fatto che molte delle cifre fornite dalla London Bullion Market Association continuano a far discutere e sollevano più di un interrogativo sull'attività dell'istituzione che dovrebbe garantire trasparenza e regolarità al mercato mondiale del metallo prezioso.