Due recenti articoli pubblicati dall’analista Ronan Manly tornano ad affrontare di nuovo il sensibile argomento dei quantitativi di metallo prezioso stoccati nei caveau di Londra, da quelli della Bank of England a quelli delle principali banche commerciali e dei soci della London Bullion Market Association.

Londra: si alzerà mai la nebbia sulle riserve auree della city?

Questa massa di oro fisico conservata nel cuore della City è alla base dei giganteschi volumi di negoziazione quotidiani del London Gold Market.èPertanto, una diffusione di dati trasparenti e completi sarebbe un punto di riferimento fondamentale per una comprensione dell'effettivo mercato londinese, dei fattori che influenzano l'andamento della quotazione dell'oro, del reale rapporto tra metallo fisico ed ETF nel Regno Unito nonchè dei flussi reali di importazione ed esportazione da e verso la Svizzera e la piazza di Hong Kong.

Mentre dalla LBMA non sono ancora giunti dati di sorta - nonostante un articolo apparso tempo fa sul 'Financial Times' annunciasse come imminente questa ''operazione trasparenza'', la Bank of England ha messo a disposizione per lo meno un foglio Excel (scaricabile a questo indirizzo) dal titolo ''Bank of England Gold Holdings'' con i quantitativi detenuti e aggiornati mensilmente dal gennaio 2011 al gennaio 2017. Un atto dovuto, dal momento che - come si legge nel sito istituzionale della BoE, l'istituto ha tra i suoi scopi la custodia per le riserve auree del Regno Unito, “per le altre banche centrali.èQuesto supporta la stabilità finanziaria, fornendo alla banche centrali accesso alla liquidità del mercato dell'oro di Londra. Inoltre - prosegue la Bank of England - forniamo conti in oro per alcune imprese commerciali che facilitano l'accesso da parte della banche centrali al mercato dell'oro di Londra“.

Queste ed altre considerazioni sono state pubblicate il 30 aprile; il 9 maggio lo stesso Ronan Manly ha fornito un aggiornamento (leggi qui l'articolo completo) nel quale si annuncia che la London Bullion Market Association intenderebbe procedere alla pubblicazione dei propri dati sulle riserve auree entro l'estate di quest'anno. In mancanza, quindi, di sostanziali novità l'autore analizza i pochi dati disponibili su numero e collocazione (entrambi presunti, sia per motivi di sicurezza che per esplicite politiche di 'basso profilo' dei caveau londinesi.

Più precise, invece, le indicazioni derivate dai dati forniti dalla BoE il cui metallo prezioso in custodia, relativamente al periodo 2011-2016, ha toccato il picco massimo ad inizio 2013 (in febbraio, con 200.933.000 once stoccate) e il minimo nel marzo 2016 con 150.873.000 once. Da allora si è innescata una fase di risalita che ha portato a fine gennaio 2017 (ultimo dato fornito) a 163.496.000 once.

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