L’oro, inalterabile dagli agenti chimici, è balzato agli onori della cronaca anche per essere stato usato, di recente, da alcuni chef in preparazioni gastronomiche quanto meno originali.
Se ingerito in polvere o in frammenti di foglia di spessore infinitesimale, infatti, l'oro è 'commestibile' e innocuo per l'organismo. Lo è di meno, in molti casi, il suo ciclo di produzione dal momento che il metallo prezioso proviene, almeno in parte, da fonti non controllate e nelle quali si utilizzano metodi di estrazione ed agenti chimici pericolosi. Fa il punto sul fenomeno Peter D'Angelo che il 9 gennaio, nelle colonne online del ''Corriere della Sera'' riporta alcuni dati interessanti come quello delle circa mille tonnellate di mercurio immesse ogni anno nell'atmosfera dall'industria aurifera, soprattutto da quella che è in paesi a basso livello di sviluppo è si basa su piccole imprese artigianali, e neppure sempre legali. L'oro 'fairmined' è l'obiettivo della Alianza por la Minerìa Responsabie nata in Colombia nel 2004 e che si impegna a far sì che il metallo prezioso sia certificato ed etico nei metodi di produzione come nell'impatto ambientale e nella gestione delle risorse umane ad esso collegate. La A.R.M. rappresenta una sfida per il paese sudamericano nel quale, secondo stime governative, al 2012 l'87% delle miniere d'oro colombiane era illegale. Per quanto riguarda l'industria estrattiva nella sua globalità, secondo i dati più recenti essa impiega circa 15 milioni di persone nel mondo, di cui 4,5 milioni circa sono donne e, purtroppo, oltre 600 mila i bambini. Per saperne di più si veda il sito ufficiale della Alianza por la Mnerìa Responsable