Gli organismi comunitari garanti della concorrenza e del mercato starebbero indagando per verificare che non esistano accordi riservati in ragione dei quali si possa parlare di manipolazione del prezzo dei metalli preziosi, oro compreso.
Lo riporta il 3 settembre Peter Cooper nel portale 'GoldEagle' (leggi qui) ricordando come, anche qualora si riscontrasse qualche comportamento non regolare, ad esempio, anche da parte di istituzioni di altissimo livello come le banche centrali nazionali, sarebbero i ''Trattati di Roma'' e il diritto comunitario ad avere priorità e si dovrebbe procedere come nei confronti di qualunque altra realtà commerciale o industriale sospettata di violare la concorrenza nel proprio o in altri settori.
E' opinione diffusa, nella comunità degli analisti che si occupano di metalli preziosi, che il prezzo dell'oro venga in qualche modo 'calmierato' dalle banche centrali per smorzare i rischi di inflazione. Varie fonti indipendenti come ''ZeroHedge'' hanno documentato più volte, inoltre, delle false vendite che avrebbero il solo scopo di deprimere la quotazione dell'oro.
Oro che, come sottolinea Dennis Gartman nello stesso portale 'GoldEagle' (leggi qui), in uno scenario di panico finanziario come quello vissuto di recente sui mercati cinesi, e rivelatosi contagioso per tutte le piazze borsistiche del mondo, pur non avendo reagito in modo rapido e deciso al rialzo come era accaduto in situazioni simili in passato, sta mostrando una robustezza maggiore degli altri metalli preziosi da investimento e si conferma come riserva di liquidità massiva e privilegiata a livello planetario.