Ronan Manly, in un articolo del 19 luglio pubblicato su “Gold Eagle”, fa il punto sul binomio oro-Cina. “Con la prima metà del 2018 ormai alle spalle - scrive Manly - è il momento opportuno per vedere cosa sta succedendo nel mercato dell'oro cinese. Come promemoria, ricordiamo che la Cina è il più grande produttore di oro al mondo, il più grande importatore di oro al mondo, e lo Shanghai Gold Exchange cinese è il più grande scambio di oro fisico al mondo.”

Mercato del metallo prezioso, Cina ancora in pole position

Quasi tutta la fornitura di oro fisico in Cina passa attraverso la rete di caveau dello Shanghai Gold Exchange (SGE). Questi flussi includono oro importato, oro estratto a livello nazionale e oro riciclato. Pertanto, quasi tutta la domanda di oro della Cina deve essere soddisfatta mediante prelievi di oro dallo SGE, e dunque i prelievi di oro da SGE rappresentano un adeguato indicatore della domanda di oro all'ingrosso cinese.

In dettaglio, per i sei mesi fino alla fine di giugno 2018, i prelievi di oro fisico dallo Shanghai Gold Exchange hanno totalizzato 1.038,4 tonnellate. Questi flussi rappresentano oro che è stato fisicamente ritirato dalla rete di depositi SGE in tutta la Cina. Le cifre mensili di prelievo SGE da gennaio a giugno 2018 sono le seguenti: gennaio 223,6 tonnellate; febbraio 118,4 tonnellate; marzo 192,6 tonnellate; aprile 212,6 tonnellate; maggio 150,6 tonnellate; giugno 140,6 tonnellate.

I ritiri di metallo prezioso del primo semestre rappresentano il terzo quantitativo registrato per i primi sei mesi di qualsiasi anno di esistenza dell'SGE, inferiore solo alle 1.098 tonnellate e alle 1.178 tonnellate registrate alla fine di giugno 2013 e di giugno 2015, rispettivamente.

Guardando a fine 2018, i prelievi di oro di quest'anno dallo Shanghai Gold Exchange alla fine di giugno, se annualizzati, ammonterebbero a 2.076 tonnellate, che rappresenterebbero il quarto risultato di sempre nella classifica dei prelievi annuali dopo il 2015, il 2013 e il 2014, in questo ordine. Complessivamente, dunque, i dati sul ritiro dell'oro da SGE indicano da inizio anno un mercato dell'oro molto vivace e sano in Cina ed una domanda di metallo prezioso all'ingrosso molto forte, con volumi in linea rispetto a quelli registrati negli ultimi cinque anni.

Ronan Manly, passando poi ad una analisi delle importazioni di metallo prezioso dall'estero in Cina, ricorda come in tutto il mondo l'oro monetario (cioè l'oro delle banche centrali) sia esente da comunicazioni doganali e commerciali quando attraversa le frontiere. Data questa esenzione, è difficile sapere realmente quanto oro le banche centrali (compresa quella cinese, la People's Bank of China) possiedono effettivamente in un dato momento.

L'oro non monetario è invece metallo prezioso i cui flussi sono stimabili poichè non vi è alcuna esenzione generale dalle relazioni doganali e commerciali. Tuttavia, la Cina anche in questo è un'eccezione, in quanto non pubblica le sue statistiche sull'importazione o l'esportazione di oro. Pertanto i flussi transfrontalieri di oro non monetario sono più difficili da valutare rispetto alla maggior parte delle altre nazioni. Ma è tuttavia possibile valutare le importazioni di oro non monetario in Cina osservando le esportazioni di questo bene da altri paesi verso la Cina.

Nel corso dell'anno ad oggi, Hong Kong e la Svizzera, come previsto, sono rimasti i due fornitori primari di oro non monetario per la Cina. L'elenco includo poi il Regno Unito, l'Australia e gli Stati Uniti. Guardando in particolare alla Svizzera, per i primi cinque mesi del 2018 da gennaio a maggio, la Confederazione ha fornito 212,6 tonnellate di oro non monetario alla Cina. In particolare, 41,2 tonnellate a gennaio, 67,2 tonnellate molto grandi a febbraio, 39,6 tonnellate a marzo, 26,6 tonnellate ad aprile e 38,0 tonnellate a maggio. Di fatto, la Cina è diventata la principale destinazione per le esportazioni svizzere di oro non monetario in tutti i mesi da gennaio a giugno 2018, prima che verso l'India e Hong Kong.

Al momento della stesura del rapporto di Manly, le statistiche svizzere sul commercio dell'oro per il giugno 2018 non erano ancora state diramate. Tuttavia, se estrapolato su base semestrale, si avrebbe un flusso di oro svizzero verso la Cina di circa 510 tonnellate per l'intero anno 2018.

Anche il metallo prezioso proveniente dalle miniere entro i confini resta una fonte di approvvigionamento importante per la Cina. Secondo la China Gold Association (CGA), la Cina ha prodotto 98,22 tonnellate di oro da miniera nel primo trimestre del 2018, in calo di 3 tonnellate rispetto al primo trimestre del 2017. Ciè comprende 80,8 tonnellate dall'estrazione diretta dell'oro e 17,4 tonnellate dall'estrazione dell'oro come sottoprodotto di altre miniere. Estrapolando la cifra del primo trimestre si potrebbe ipotizzare una produzione mineraria nazionale pari a meno di 200 tonnellate di oro per la prima metè del 2018 e a circa 400 tonnellate per l'intero anno.

Dato che la Cina ha prodotto 426,14 tonnellate di oro durante il 2017, e che la produzione di oro dello scorso anno è stata il 6% in meno rispetto al 2016, si puè ipotizzare che anche il 2018 vedrè un altro anno di riduzione della produzione di oro da miniere cinesi. Altri dati storici, infine, permettono di stimare in circa 300 tonnellate l'oro immesso sul mercato cinese e proveniente da riciclaggio e disinvestimenti.

Per leggere il rapporto originale di Ronan Manly e accedere a tutti i grafici e i dati clicca qui.

Prodotto aggiunto alla wishlist