E’ a firma di Arkadiusz Sieron una riflessione pubblicata dal portale “GoldEagle” il 4 gennaio (leggi qui l’articolo in versione completa) nella quale l’analista pone l’accento su alcuni aspetti che potrebbero influenzare - come e quanto, è ovviamente tutto da verificare - l’andamento del prezzo del metallo prezioso nell’anno appena iniziato. Il tutto viene condotto dal punto di vista del mercato e dell’economia americani.
Innanzi tutto, ad influire sarà la situazione macroeconomica. L'attuale fase di espansione appare sorprendentemente duratura, poichè è già durata più di cento mesi. Sicuramente, del resto, ci sono ragioni per preoccuparsi e per ritenere che alla fine arriverà la recessione, ma non siamo ancora a questo punto.èL'attuale espansione è insolitamente lunga, ma è anche eccezionalmente lenta. Quest'anno si prevede che la crescita economica globale continuerà. In realtà, potrebbe persino accelerare e i mercati del lavoro delle economie avanzate dovrebbero rafforzarsi ulteriormente. Inoltre, anche se l'inflazione è destinata a salire, rimarrà bassa. Quindi, le prospettive macroeconomiche rimarranno non favorevoli al massimo per il mercato dell'oro, poichè il metallo prezioso ''preferisce'' periodi di turbolenza economica o stagnazione.
La FED, per parte sua, continuerà a stringere gradualmente la politica monetaria dopo che nel 2017 ha già innalzato i tassi di interesse per tre volte (si prevede un numero simile di aumenti quest'anno). ''Molto dipenderà dalle dinamiche inflazionistiche, ma è più che possibile che un certo aumento dei tassi avvenga anche quest'anno. L'oro, storicamente, reagisce più ai tassi di interesse reali che al tasso dei fondi federali, ma la politica della FED potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo per una fase di maggior dinamismo del metallo prezioso.
Cè è poi l'incerto destino del dollaro USA, cui l'oro è strettamente legato non soltanto perchè i lingotti vengono scambiati con prezzi ufficiali definiti in dollari, ma soprattutto perchè ormai il metallo prezioso è considerato la scommessa contro il declino del dollaro USA. Appare infatti a moltissimi investitori d'Oltreoceano come l'ultimo rifugio sicuro, acquistato come copertura contro il crollo del biglietto verde. Nel 2017, il dollaro USA è infatti sceso di circa il 15% rispetto all'euro e vari fattori potrebbero portare quest'anno ad un ulteriore indebolimento del dollaro.
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