BANCHE, BREXIT E ORO | Il settore bancario europeo sta vivendo un anno difficile e il fatto che Deutsche Bank debba far fronte ad una multa di 14 miliardi di dollari del Dipartimento di Giustizia americano non ha migliorato di certo le cose. La azioni di Deutsche Bank hanno perso oltre il 60% nel corso dell'ultimo anno. Barclays, Credit Suisse, Commerzbank e Royal Bank of Scotland scese di almeno il 40% da settembre 2015. Anni di crescita debole, tassi d’interesse bassissimi, una quantità di crediti in sofferenza hanno indebolito il settore nel Vecchio Continente, tanto che l’indice Euro Stoxx Bank ha perso oltre un terzo del suo valore negli ultimi dodici mesi.
Anche in Gran Bretagna, dopo il referendum Brexit, le cose non vanno nel migliore dei modi e John Grandits, in un recente post (leggi qui), analizza la situazione dal punto di vista dei residenti in Gran Bretagna i quali, tuttavia, godono di un regime assai favorevole per quanto riguarda la compravendita di metallo prezioso e si stanno avvalendo di ciò per sperimentare nuove forme di investimento e di profitto. Il fatto che le bullion coin della serie Britannia siano considerate a corso legale nel paese, ad esempio, le esclude da ogni imposta sulle plusvalenze quindi, per i cittadini britannici, tali monete in oro possono essere un'ottima fonte di profitto esentasse. Inoltre, per gli investitori del Regno Unito che comprano e vendono oro fuori dai confini nazionali non vige l'imposta sul valore aggiunto, altrimenti pari al 20%.
AURA ENERGY, DALL'URANIO ALL'ORO | Un rapporto pubblicato l'8 ottobre dalla versione online di 'The Telegraph' (leggi qui) è afferma che la società australiana Aura Energy - finora attiva nel settore dell'estrazione di uranio - ha reimpostato le sue priorità su un giacimento d'oro che è stato scoperto nei pressi del sito del progetto di prospezione 'Tiris' nel deserto del Sahara, in Mauritania. Citando il presidente esecutivo di Aura Peter Reeve, il quotidiano britannico afferma che la compagnia stima che il sito possa contenere fino a 20 milioni di once di oro (oltre 622 tonnellate metriche di metallo prezioso) e che lo sfruttamento della miniera potrebbe portare al gruppo - al momento in difficoltà - un notevole incremento di fatturato. Dall'inizio del 2016, infatti, il prezzo dell'uranio è sceso del 25% e la società intende usare l'oro della Mauritania per affrontare e superare questa sorta di 'tempesta perfetta'.
GRANDI MANOVRE PER UNA SUPER MINIERA | L'intenzione del colosso minerario Barrick Gold, annunciata qualche mese fa, di mettere il vendita il 50% delle quote del grande giacimento a cielo aperto australiano Kalgoorlie Super Pit ha scatenato gli appetiti di vari gruppi del settore che vogliono espandere la propria attività estrattiva nel settore, sempre strategico, dell'oro. A farsi avanti con alcune offerte - i cui dettagli sono ovviamente riservati - sono state soprattutto compagnie cinesi tra cui China National Gold Group e Shandong Gold Mining. Il tutto, nell'ambito di una politica espansiva perseguita da queste società, fuori dai confini nazionali, nel settore delle materie prime strategiche in generale e del metallo prezioso in particolare. L'operazione, del valore stimato di circa un miliardo di dollari, è oggetto di un articolo recente pubblicato da 'MiningWeekly' a questo indirizzo.