GERMANIA, METÀ DELLE RISERVE GIÀ “A CASA” | La Bundesbank - lo scrive l’agenzia Reuters il 23 agosto, leggi qui - ha riportato gran parte della propria riserva d'oro a Francoforte “ripristinando un pilastro della propria stabilità economica che il paese aveva dovuto delocalizzare a causa della Guerra fredda”. Le riserve auree tedesche sono state un simbolo della crescita del paese, proteggendo l'economia anche quando altri si trovavano in affanno. Con la crisi di un decennio fa, tuttavia, l’opinione pubblica ha iniziato a manifestare disagio per quelle allocazioni all’estero e la Bundesbank, così, ha preso provvedimenti. In un'operazione che si è svolta nell’arco di cinque anni, 674 tonnellate di metallo prezioso sono rientrate dalla Banque de France di Parigi e dalla Federal Reserve Bank di New York. Poco più della metà dell'oro della Bundesbank è ora immagazzinato nei caveau di Francoforte. La maggior parte dei lingotti rimanenti - 1.236 tonnellate - rimarrà a New York a tempo indeterminato. Una porzione più piccola, 432 tonnellate, continuerà ad essere stoccata presso la Bank of England a Londra.
ANCHE LA NORTH CAROLINA NEL “CLUB DEGLI ESENTASSE“| Il 25 luglio scorso, il governatore Roy Cooper ha firmato un provvedimento esecutivo con il quale la North Carolina diventa il 35è tra gli Stati dell'Unione ad aver abolito la tassazione sulle transazioni riguardanti il metallo prezioso da investimento, sia sotto forma di monete che di lingotti. La notizia è stata accolta con grande favore dal settore commerciale statunitense; per saperne di più leggi qui l'articolo pubblicato su “CoinsWeekly“.
BRACCIO DI FERRO SU NUOVE MINIERE IN BRASILE | “Il Brasile cede l'Amazzonia ai mercanti globali dell'oro“: così ha titolato “LaStampa.it“ il 25 agosto scorso la notizia (leggi qui) che il presidente Michel Temer aveva abolito i vincoli ambientalistici su una vasta regione del paese dando il via libera a prospezioni minerarie e allo sfruttamento dei ricchi giacimenti - auriferi, ma non solo - che si trovano tra gli stati di Amapa e Para, nella regione settentrionale. Un bacino di ben 46 mila chilometri quadrati di superficie (più della Danimarca che, ad esempio, ne misura circa 43 mila) sul cui sfruttamento industriale, tuttavia, un giudice federale - Rolando Valcir Spanholo - ha posto un secco stop, sebbene temporaneo, sostenendo che il presidente, con il suo provvedimento, abbia ecceduto nell'esercizio della propria autorità. Per saperne di più leggi qui l'articolo apparso sul “New York Times“ il 30 agosto.
ORO ILLEGALE NELLA GUIANA FRANCESE: LèESERCITO IN AZIONE | Un interessante reportage video del giornalista Nicolas Puillot di “France24“ (accedi qui) fa il punto sull''attività mineraria illegale di estrazione dell'oro che, nella Guiana Francese, ha prosperato per decenni.èAlimentata da lavoratori clandestini provenienti dal confinante Suriname e dal Brasile, questa ramificata impresa criminale ha raggiunto proporzioni industriali, distruggendo migliaia di ettari di preziose foreste pluviali e immettendo sul mercato .èMa ultimamente, le forze armate francesi stanno crollando su questa attività illegale.
AUSTRALIA, LINGOTTI D'EPOCA DA RECORD | Quando, a metà del XIX secolo, i possedimenti britannici d'Australia non avevano ancora ottenuto dalla Corona il diritto di battere moneta, non era raro che le transazioni commerciali più importanti avvenissero con lingotti d'oro di peso e finezza certificati, spesso di forma irregolare, ottenuti con il metallo prezioso estratto dalle ricche miniere della regione di Victoria e, ancor prima, da quelle attorno alla città di Adelaide. Proprio due di questi ultimi, risalenti al 1852 e considerati rarissimi - uno ha fatto parte anche della collezione di re Farouk d'Egitto - sono riapparsi sul mercato di recente con una stima di ben 1,35 milioni di dollari australiani ciascuno. Per saperne di più leggi qui l'articolo pubblicato sulle colonne di “Adelaide Now“.