UNO SGUARDO AL 2018, TRA BORSE AI MASSIMI E RISCHI GEOPOLITICI | Darren Caprotti, in un articolo pubblicato online il 22 novembre (leggi qui) ci fornisce il suo punto di vista sul possibile trend di mercato del metallo prezioso nel corso del prossimo anno.
Il prezzo medio dell’oncia in dollari nell’ultimo periodo, attorno a quota 1.250, potrebbe lasciar spazio il prossimo anno ad un possibile ascesa fino ad una quota di supporto di almeno 1.400 dollari/oncia. Questo, sia a motivo delle incertezze globali legate a scenari instabili come quello nord coreano, sia per l’attuale livello raggiunto dagli indici azionari (ai massimi storici negli USA, e non solo) che lascia spazio a possibili correzioni al ribasso degli stessi.
FINANZA & WEB, SHUTDOWN E ORO | In un mondo nel quale ogni giorno avvengono miliardi di transazioni via internet, il problema degli shutdown, ossia dello “spegnimento“ di porzioni più o meno ampie di rete, si configura come uno degli scenari potenzialmente più dannosi. Da una recente ricerca è emerso come siano stati 116 gli shutdown negli ultimi due anni, con ben trenta paesi colpiti e, in testa a questa poco lusinghiera classifica, l'India con ben 54 cadute di rete.
Naturalmente, ad essere danneggiati da questi eventi sono stati, e saranno anche in futuro, i possessori di 'oro di carta' la cui fruibilità è vincolata all'affidabilità e accessibilità di internet. Sull'argomento, ribadendo i vantaggi del possesso di metallo prezioso sotto forma di “fisico“ è stato pubblicato un ampio articolo a questo indirizzo.
GUARDARE AL FUTURO: L'ORO E I CROLLI DELLE BORSE | La società americana SRSrocco ha messo online (leggi qui) uno studio che mostra la correlazione storica tra i momenti di crisi dei listini azionari e la domanda di metallo prezioso. In particolare, è stata presa in esame la pesante crisi innescatasi nel 2007 con il crollo del mercato immobiliare americano, che ha avuto pesanti ripercussioni in tutto il mondo.
Con alcuni interessanti grafici, ad esempio, si evidenzia la stima per cui, a fronte di un mercato in condizioni normali - che assorbe circa 1.300 tonnellate d'oro, di cui 1.050 in fisico e 250 in ETF - in caso di “market crash“ non sarebbe improbabile uno scenario che porti il metallo prezioso fino alla soglia dei 2.000 dollari per oncia e faccia salire la richiesta a 3.000 tonnellate, di cui due terzi in monete e lingotti e il resto in ETF e simili.
L'EGITTO STRINGE I TEMPI SULLE CONCESSIONI AURIFERE | L'Egitto prevede di formalizzare entro la fine dell'anno i contratti con società locali e straniere che hanno ricevuto cinque concessioni per l'estrazione dell'oro. Il governo del Cairo ha iniziato ad accettare offerte a gennaio per le cinque concessioni, per quella che è stata la prima gara d'appalto indetta nel paese per nuove prospezioni di siti auriferi dal 2009.
Quattro società, tra cui due straniere, hanno ottenuto i cinque siti nel deserto orientale e nella penisola del Sinai. L'Egitto vuole che la produzione di metallo prezioso diventi un settore significativo per l'economia nazionale, specie dopo che le insurrezioni del 2011 hanno allontanato investitori stranieri e turisti. La notizia è pubblicata dall'agenzia Reuters a questo indirizzo.
NUOVA PEPITA DA RECORD TROVATA IN AUSTRALIA | Il paese dei canguri, si sa, oltre che territorio di sfruttamento privilegiato per le major del settore minerario, che operano su enormi impianti a cielo aperto o sotterranei, è anche teatro della febbrile attivitè di migliaia di cercatori privati che sondano le vaste distese alla ricerca di oro.
E' notizia del 16 novembre scorso (leggi qui) che nella regione del North Queensland è venuta alla luce una nuova pepita da record del peso di ben 1,1763 chilogrammi. Sepolta sotto appena 15 centimetri di terreno, nei pressi di un cespuglio, è stata individuata da un fortunato cercatore con un normale metal detector.