CINA, PRODUZIONE IN CALO NEL Q1 2018 | La produzione di metallo prezioso da miniera, in Cina, si è contrata di quasi il 3% nei primi tre mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, secondo i dati resi noti a metà aprile e riportati, fra gli altri, dal portale specializzato “Bullion Vault” (leggi qui). Questo risultato negativo fa prevedere per il 2018 un calo annuo ancor maggiore del -6% già registrato nel 2017, secondo le ultime statistiche della China Gold Association. In dettaglio, nel Q1 2018 la Cina ha estratto 98,2 tonnellate d’oro contro le 101 del Q1 2017.
“Sono state, in particolare, le nuove normative ambientali che hanno spinto al ribasso“ afferma la CGA. L'entrata in vigore dei decreti ha comportato infatti il ritiro dei diritti minerari in alcune aree protette del paese, mentre alcune miniere d'oro sono chiuse in quanto, ormai, non più redditizie sebbene non ancora esaurite. Negli ultimi anni, la legge cinese sui rifiuti pericolosi è diventata sempre più severa, con un decreto del 2016 che elenca esplicitamente i residui di cianuro derivati dall'estrazione dell'oro "come un pericolo" .
CAMERUN, CRIMINI E PEPITE | “Corruzione, appropriazione di terreni e perfino omicidi: le tensioni e le violenze stanno aumentando nel Camerun orientale man mano che alcune compagnie minerarie cinesi approfittano di una serie di lacune normative per estrarre oro dalla regione. All'inizio di aprile, ben quattro società sono state bandite dalle miniere nell'est del Camerun e una di queste è l'azienda cinese Lu & Lang, già nota nella regione dopo che uno dei suoi dipendenti avrebbe ucciso un camerunese che cercava oro nei terreni rivendicati dalla compagnia“.
Altre compagnie sono accusate di vere e proprie vessazioni e ricatti nei confronti dei contadini e delle popolazioni locali i cui appezzamenti di terreno vengono devastati e, spesso, acquistati ad un prezzo pari ad un quinto o un sesto di quello reale di mercato. "Non puoi rifiutare perchè se non vendi, anzi non sventi la tua terra, l'oro che vi si trova verrà comunque estratto senza il pagamento di alcun risarcimento", ha dichiarato un funzionario locale che ha voluto rimanere nell'anonimato. Per saperne di più leggi qui.
LE èSENIORè CANADESI IN AFFANNO | Si prevede un primo trimestre debole per le maggiori società aurifere del Canada, con una produzione più bassa e costi più elevati attesi a fronte di un prezzo delle materie prime marginalmente più alto. "Prevediamo un aumento dei costi del lavoro combinato con maggiori costi energetici e di consumo, soprattutto per le miniere in via di attivazione" ha dichiarato Stephen Walker, responsabile della ricerca mineraria globale di RBC Dominion Securities Inc. in una nota dedicata al primo quadrimestre dei produttori canadesi d'oro classificati come ''senior''.
Il colosso Barrick ha del resto già segnalato che i costi durante il primo trimestre 2018 sarebbero i più alti dell'anno, a causa delle operazioni del Nevada e delle spese di manutenzione della grande miniera di Pueblo Viejo nella Repubblica Dominicana, di cui è comproprietaria insieme a Goldcorp. Come per Barrick, quest'anno anche la produzione di oro di Agnico Eagle dovrebbe diminuire nonostante i positivi risultati che la società potrebbe avere sui suoi siti di Amaruq e Meliadine nel Nunavut, che dovrebbero entrare a regime di produzione entro il 2019. Per ulteriori dettagli clicca qui.