Ci eravamo occupati dell’argomento già nello scorso mese di marzo (leggi qui l’articolo): le finanze pubbliche di Caracas, sull’orlo del default ben più di quelle - ritenute comunque ad alto rischio - di Grecia e Ucraina - fanno appello alle riserve auree per procurarsi quella liquidità necessaria ad onorare i debiti internazionali e a permettere un minimo di funzionamento all’apparato statale.
La crisi economica che da tempo affligge il Venezuela, infatti, nonostante il paese sudamericano abbia messo sul mercato oro per 1,7 miliardi di dollari solo nel primo trimestre del 2016, si sta aggravando anche a causa del prezzo del petrolio - una delle risorse naturali e delle voci di export più importanti - che non risalgono a livelli tali da garantire un margine di guadagno.
Inoltre, con il prezzo del greggio molto più basso che in passato, Caracas si trova a dover onorare i prestiti ottenuti dalla Cina (52 miliardi di dollari dal 2008 a oggi) con un quantitativo di oro nero che è quasi triplicato, fino a sfiorare gli 800 mila barili al giorno. Per questo il governo di Nicol's Maduro ha attuato sia una serie di effettive vendite di metallo prezioso di proprietà statale che alcune operazioni di 'swap' utilizzando le riserve auree.
Lo 'swap' contro oro consiste nella cessione temporanea di un quantitativo di metallo prezioso, da parte di un governo, ad una banca commerciale in cambio di valuta pregiata (quella necessaria per effettuare il pagamento del debito). In queste operazioni, tuttavia, il Venezuela sta incontrando notevoli difficoltà dal momento che, secondo le norme internazionali, i lingotti rimpatriati dall'allora presidente Hugo Chavez nel 2011, per essere accettati in garanzia da istituti come CitiBank o Deusche Bank - alcuni dei partner del governo venezuelano in queste operazioni - è necessitano di essere fusi, testati nella purezza, lingottati di nuovo e ri-certificati, con tempi e costi che la fragilissima economia di Caracas non è in grado di affrontare.
Per saperne di più sull'argomento, si veda ad esempio l'articolo pubblicato da Steve Chochran nel portale 'GainsvilleNews' a questo indirizzo.