Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da un marcato ridimensionamento della quotazione dell’oro, che ha toccato i massimi storici tra il secondo semestre del 2011 e lo stesso periodo del 2012 per poi calare bruscamente e assestarsi a navigare attorno ai 1200-1300 dollari per oncia.
Una situazione che, ovviamente, sfoltito la platea degli entusiasti sulle prospettive future del metallo giallo. Tuttavia, un’analisi più attenta del mercato dell’oro fisico – specie in rapporto a quello virtuale, “su carta” – sta facendo propendere vari opinionisti per una positiva prospettiva di rialzo del valore del metallo prezioso, specie nel medio-lungo periodo. E’ quanto riporta in un articolo pubblicato all’indirizzo www.caseyresearch.com nel quale, ad esempio,David Tice (fondatore di Prudent Bear Fund) ritiene, nello scenario di un ridimensionamento del dollaro sui mercati valutari e della conseguente conversione di titoli auriferi in metallo fisico, che la quotazione di quest’ultimo potrebbe non avere teoricamente limiti, schizzando forse a 3000 o addirittura ad 8000 dollari l’oncia. Per parte sua Rick Rule(chairman di Sprotts U.S. Holdings) sottolinea come, ai valori attuali di mercato, l’oro sia ritornato ad essere un bene rifugio e uno strumento di diversificazione appetibile ed abbordabile - “come ai vecchi tempi” - da parte di moltissimi risparmiatori e piccoli investitori.