Di record in record, il rally dell’oro continua senza soluzione di continuità. Negli ultimi sette mesi il metallo prezioso ha conquistato nuove vette e, dopo il picco di 2.588 dollari il 18 settembre, lunedì 23 ha raggiunto i 2.631 dollari l’oncia, guadagnando oltre il 27% dall’inizio del 2024 e avviandosi verso la migliore performance annuale degli ultimi 14 anni. Ma la corsa del metallo giallo sembra destinata a proseguire, in un continuo superamento dei suoi massimi storici.
Come evidenziato da Ubs, la banca d’investimento svizzera, alcune leve decisive hanno rafforzato l’appeal dell’oro come bene rifugio. Al primo posto, tra i fattori di questo slancio, la decisione da parte della Federal Reserve di tagliare i tassi d’interesse di 50 punti base invece dei previsti 25, portando i Fed funds targets dal 5,25%-5,50% al 4,75-5%. Secondo le previsioni di Ubs «Questo è solo l’inizio del ciclo di allentamento della Fed, e ci aspettiamo ulteriori 50 punti base di allentamento entro la fine del 2024, seguiti da altri 100 punti base nel 2025. Poiché i rendimenti della liquidità si eroderanno in questo contesto di tassi di interesse più bassi, più fondi degli investitori potrebbero essere reindirizzati verso asset come l’oro».
Ai tagli di interesse si sommano le tensioni geopolitiche ancora in corso – in primis i conflitti in Medioriente e Ucraina – che, non apparendo vicini a una risoluzione, rafforzano l’idea dell’oro come copertura geopolitica nei portafogli.
Infine, la forte domanda di oro da parte delle banche centrali e degli investitori ha contribuito a sostenere la crescita del prezzo dell’oro negli ultimi anni. Gli acquisti ufficiali rappresentano attualmente circa un quarto della domanda totale di oro, il doppio rispetto al livello precedente il 2022.
Alla luce dell’attuale andamento dell’oro, l’ottimismo prevale tra gli specialisti del settore, che vedono ulteriori rialzi nei prossimi mesi: molti analisti proiettano le quotazioni future a 2.700 dollari per oncia entro metà 2025.