In un mercato globalizzato e interconnesso come quello attuale, nel quale proliferano offerte commerciali di tutti i tipi - anche, ovviamente, nel settore dei metalli preziosi - non è difficile incappare in situazioni poco chiare o che, addirittura, possono rivelarsi molto rischiose se non del tutto fraudolente.
Per fornire a quanti desiderano investire in oro una serie di regole di base, l’esperto Mark O’Byrne ha pubblicato in due parti un interessante panoramica degli scenari e delle situazioni più comuni nelle quali il neofita può trovarsi nel momento in cui decide di trasformare in oro fisico parte del proprio portafoglio di investimenti.
Nella prima parte (leggi qui il testo completo) di 'Gold Investing 101' O'Byrne sottolinea innanzi tutto come il mercato globale sia, in realtà, ancora un mercato frazionato e dipendente dalle valute: se nel 2016, infatti, il metallo prezioso si è apprezzato dell'8% in dollari, in euro il prezzo è aumentato del 13% e addirittura del 31% in sterline. Ciò premesso, l'analista sottolinea innanzi tutto come nel mondo vi sia una gran varietà di società che trattano oro per la vendita ai privati e come, naturalmente, non tutte garantiscano le stesse condizioni e la stessa affidabilità sia in termini di prezzo assoluto che di costi accessori che di conformità alle leggi dei paesi di appartenenza. Quindi, consiglio numero uno: scegliere con oculatezza i soggetti dai quali acquistare metallo prezioso.
C'è poi il 'mare magnum' delle piattaforme di commercio online come eBay sulle quali operano moltissimi soggetti privati o, comunque, società commerciali non sempre in regola con il quadro normativo generale, che potrebbero 'spacciare' attraverso internet metallo prezioso di provenienza non lecita oppure, ed è successo in molti casi, monete 'pure gold' che risultano, alla prova dei fatti, soltanto placcate.
Anche il mercato delle novità numismatiche può rivelare aspetti negativi: se infatti, sottolinea O'Byrne, una zecca statale produce e vende una moneta commemorativa in oro - con peso e titolo dichiarati e garantiti - ma ad un prezzo molto superiore a quello del metallo, lo fa spesso comunicando che questa ''diventerà una rarità da collezione in futuro''. Pertanto, chi intenda semplicemente investire in metallo fisico dovrà tenere conto del sovrapprezzo applicato dalla zecca e del tempo - non quantificabile a priori - necessario a compensare, con l'aumento del prezzo dell'oro, tale gap, a prescindere da una quotazione numismatica che potrebbe anche non salire affatto.
Nella seconda parte del vademecum 'Gold Invisting 101' (leggi qui il testo completo), Mark O'Byrne mette in guardia dall'acquisto di 'unallocated gold', ossia di metallo prezioso nominalmente detenuto dalla banca o dalla società di investimenti ma a fronte del cui possesso l'investitore riceve soltanto un certificato, il classico pezzo di carta (il riferimento alla società che tratta bullion per la Royal Mint, controllata dal Ministero del Tesoro britannico e quindi coinvolta nel meccanismo del debito pubblico statale, è esplicito).
Pertanto, conclude l'autore, coloro che scelgono di investire in metallo prezioso devono cercare di semplificare al massimo il rapporto con la controparte, acquistando oro fisico a tutti gli effetti da societè che offrano garanzie complete sotto il profilo normativo e fiscale e che, in caso di deposito del metallo presso i propri caveau, siano in grado in ogni momento di restituire al cliente i lingotti e le monete di sua proprietà.