Ronan Manly, del quale più volte abbiamo rilanciato e commentato articoli e post, è un analista esperto di metalli preziosi del portale “BullionStar”. Recentemente, a Singapore, Manly ha tenuto un’affollata conferenza pubblica prendendo in esame i concetti di “trasparenza” e di “segretezza” legati in generale al mercato globale dell’oro e, in particolare, ad alcune sue aree ed aspetti.
''La trasparenza - ha esordito Manly - è un concetto importante nei mercati finanziari soprattutto perchè, portando informazioni, incoraggia l'efficienza del mercato.èApplicata al mercato dell'oro, per esempio, essa fa sì che i commercianti d'oro più grandi non abbiano un vantaggio di informazioni eccessivo e non possano speculare troppo sulla vendita al dettaglio come sull'acquisto. Quindi, la trasparenza non è solo un concetto astratto, ma ha implicazioni reali''.
Trasparenza e segretezza, tuttavia, possono entrare pericolosamente in collisione in vari settori delle attività legate al metallo prezioso creando zone d'ombra potenzialmente molto rischiose. Manly elenca i due ambiti senza giri di parole: il primo è quello delle banche centrali (più istituzioni sovranazionali come BCE, FMI e BRI) e delle loro riserve, il secondo è la London Bullion Market Association che, di fatto, pilota il mercato globale.
Delineando sinteticamente cosa si intende per trasparenza (dei mercati finanziari, in questo caso), Manly definisce un mercato finanziario trasparente quello in cui, in poche parole, ''molto è conosciuto da molti''. In un mercato trasparente, anche le istituzioni che ne fanno parte sono trasparenti, e soprattutto, possono essere chiamate a rispondere del loro operato.
In un mercato trasparente c'è anche scambio di informazioni accurate tra tutti i soggetti del mercato su prezzi, offerta, domanda e transazioni. E un ultimo punto, che è molto importante, è che in un mercato trasparente, i datièdi tale mercato sono aperti a verifiche indipendenti da parte di investitori e analisti.èIl che, non è del tutto vero nel mercato dell'oro.
L'opposto della trasparenza è, ovviamente, la segretezza, che deriva dal latino 'secretus' che significa 'nascosto', 'celato' e 'privato'. La segretezza portata all'estremo favorisce la collusione, anche speculativa, tra i soggetti che fanno parte del mercato (nel nostro caso, del metallo prezioso). La mancanza di trasparenza nella struttura di mercato determina mancanza di trasparenza nella definizione dei prezzi (nell'oro, come nelle azioni e in altri strumenti finanziari) ed è anche causa associata a costi di negoziazione più elevati per operatori e investitori.
Manly, nel seguito della sua ampia conferenza, porta vari esempi - più volte sottolineati in passato anche nelle nostre news - relativamente alla mancanza di trasparenza sulle riserve auree effettive di molti paesi (ad iniziare da quelle degli Stati Uniti d'America per arrivare alle appena 6 tonnellate di proprietà della Central Bank of Ireland che 'dovrebbero' essere conservate a Londra) come pure su operazioni 'trasparenti ma non troppo' come quando il Fondo Monetario Internazionale, tra novembre 2009 e dicembre 2010, ha venduto ben 403,3 tonnellate di oro in una serie di operazioni, in parte come vendita diretta ad un certo numero di banche centrali (200 tonnellate all'India nel novembre 2009, 10 tonnellate allo Sri Lanka, 2 tonnellate alle Mauritius e più tardi, alla fine del 2010, 10 tonnellate al Bangladesh).
Vi sono poi state 181,3 tonnellate di metallo prezioso che state vendute tramite operazioni genericamente definite 'sul mercato' nei circa dieci mesi tra il febbraio a dicembre 2010. Ma non si sa, ancora oggi, a quali soggetti l'FMI abbia ceduto un così cospicuo quantitativo d'oro.
Anche LBMA, infine, nonostante ripetute dichiarazioni di appoggio ad una ''sempre maggiore trasparenza'' diramate negli anni continua a centellinare - e, talvolta, a negare - al mercato globale dati fondamentali. Questo e molto altro nel report pubblicato a questo indirizzo.