Tra le analisi di più recente pubblicazione relative al metallo prezioso come strumento di investimento ci è apparsa di notevole interesse quella firmata dall’esperto Egon von Greyerz nelle pagine di “GoldEagle” (leggi qui il testo originale) che ha immaginato due investitori (chiamiamoli, per comodità, A e B) che, nel 1969, decisero rispettivamente di “rischiare” 1.000 dollari USA l’uno sul Dow Jones - il listino della Borsa di New York - e l’altro sull’oro.

Oro vs Dow Jones: un'analisi sull'ultimo mezzo secolo

Analizzando in modo acritico la performance del mercato azionario e l'andamento del prezzo dell'oro da quel momento ad oggi, si otterrebbe che l'investitore in azioni (A) si ritroverebbe oggi in mano 33.000 dollari (guadagno medio annuo del 7,6%), mentre quello che si era orientato sull'oro (B) avrebbe 37.000 dollari (incremento medio annuo del 7,8%). Calcolando i dividendi delle azioni, se questi fossero stati reinvestiti da A nello stesso Dow Jones il suo rendimento annuo sarebbe addirittura salito in doppia cifra, fino al 10,7%.

Fin qui, come detto, i dati storici letti in modo acritico; tuttavia, Egon von Greyerz si spinge ben oltre prendendo, in primo luogo, in esame l'andamento effettivo del Dow Jones che dal 1969 ad oggi ha subito ben quattro significative 'correzioni' (leggi, drastici ridimensionamenti): nel 1973-1974 (-46%), quindi nel 1987 (-41%), nel 2000-2002 (-39%) e infine nel 2007-2008 (-54%). Alla luce di questi precedenti e dei livelli record raggiunto dal Dow Jones in questi ultimi mesi, l'autore ipotizza un possibile, anzi 'fisiologico' nuovo crac che potrebbe essere paragonabile a quello del terribile triennio 1929-1932, con una perdita prossima al 95% ed un listino USA di nuovo attorno a quota 1.000 punti.

Uno scenario catastrofico, per certi aspetti, supportato anche dall'enorme debito federale americano, che sfonda un tetto dopo l'altro con rapidità impressionante. Quali scenari di investimento ipotizzare, dunque, per i decenni a venire Von Greyerz ammette di “non averne idea“ ma un punto resta certo: L'oro continuerà a preservare la ricchezza e a mantenere il potere d'acquisto come ha fatto negli ultimi mille anni.èPotrebbe non risultate il miglior investimento in assoluto per il prossimo mezzo secolo, ma sicuramente sarà un investimento molto sicuro“.

Il metallo prezioso, infatti, sconta una quotazione depressa dal “mercato della carta“ e, nonostante questo, dal 1999 ha conosciuto una fase di crescita senza precedenti. Una crescita, in termini di prezzo, che potrebbe diventare esponenziale - l'analista si sbilancia anche fino a 10.000 dollari l'oncia - a causa dei “trilioni o quadrilioni di dollari che il governo USA stampa nel tentativo inutile èdi tenere a galla il sistema finanziario.èIn termini reali, tali quantitativi di denaro sono privi di significato. Mentre l'oro conserverà il potere d'acquisto e preserverà il risparmio delle persone da una distruzione di ricchezza totale causata dall'esplosione del sistema bancario e delle bolle finanziarie“.

Dato che il Dow Jones, rispetto all'oro, potrebbe letteralmente sbriciolarsi, secondo Von Greyerz siamo “ad un punto unico della storia per passare da un mercato azionario massicciamente gonfiato a quella che è la migliore assicurazione di conservazione del patrimonio che chiunque possa acquistare: l'oro“.

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