Accelerano e si consolidano sempre più gli acquisti di oro da parte delle più importanti banche centrali di tutto il mondo: è questo il dato più eclatante emerso dall’edizione 2016 del “Global Public Investor”, pubblicazione redatta e diffusa dall’OMFIF, l’Official Monetary and Finantial Instituitions Forum che riferisce sull'andamento della gestione del risparmio da parte - appunto - delle banche centrali, ma anche dei fondi sovrani e dei fondi pensione pubblici.
Uno scenario che permette di parlare di un vero e proprio 'Rinascimento' per il metallo prezioso, che sta riacquisendo il proprio ruolo di asset rifugio non soltanto per gli investitori privati ma anche per molte autoritè monetarie e statali che se in parte - vedi Cina e Russia - stanno incrementando con continuità le proprie riserve, dall'altra - ad esempio in Venezuela - non esitano a dar fondo all'oro nazionale per far fronte a situazioni economiche quanto meno difficili.
''Nel clima febbrile che si sta vivendo sui mercati mondiali - sostiene il report - l'oro sta 'affermando la propria identità' in quanto si tratta di un bene che non è emesso da nessuno stato o governo''. Come noto, le banche centrali di tutto il mondo hanno aggiunto ben 566 tonnellate di oro alle proprie riserve complessive nel corso del 2015, e si tratta del sesto anno consecutivo di acquisti netti. Durante il primo trimestre del 2016, le banche centrali hanno acquistato altre 109 tonnellate e ci aspettiamo che gli acquisti netti totali oscilleranno tra 400 e le 600 tonnellate complessive nel 2016.
Il World Gold Council, attore di primo piano e di portata globale nel mercato del metallo prezioso per eccellenza, riporta in sintesi i dati del ''Global Public Investor'' relativi all'oro, mentre il report completo può essere scaricato dal sito del OMFIF cliccando qui.