Già in passato abbiamo dato notizia di come vari paesi, tra cui la Repubblica Federale Tedesca, abbiano preso la decisione di riportare entro i confini nazionali le proprie riserve auree in precedenza stoccate, in parte o del tutto, nei “santuari” di Londra o negli Stati Uniti. Un interessante articolo pubblicato da “Handelsblatt Global” l’11 giugno scorso (leggi qui il testo completo) fa il punto sulla situazione tedesca fornendo, sull’argomento, una serie di dettagli interessanti.
L'opinione pubblica, in Germania, nel 2012 era rimasta letteralmente sconvolta da un report dell'Ufficio federale di controllo nel quale veniva dichiarato di ènon essere sicuri se le riserve auree della Bundesbank tedesca realmente esistessero fisicamente. L'Ufficio di revisione federale ha chiesto quindi alla banca centrale di effettuare nuovi controlli in modo che le riserve d'oro all'estero venissero "fisicamente contate e garantite nella loro autenticità e nel peso".
Dopo gli Stati Uniti, infatti, la Germania possiede la più grande riserva aurea al mondo, che costituisce inoltre circa due terzi delle riserve strategiche totali tedesche. E, nel 2012, circa il 70 per cento del totale delle 3.378 tonnellate di metallo prezioso (valore complessivo di circa 119 miliardi di euro o 132,98 miliardi di dollari) si trovava nei depositi di banche centrali estere.
La Bundesbank ha recepito il suggerimento e trasferito così, negli ultimi anni, 300 tonnellate di oro immagazzinate presso la Federal Reserve statunitense a Francoforte. Piè di 100 tonnellate sono state quindi “portate a casa“ solo nel 2016. Quest'anno, il piano è quello di continuare ad aumentare le riserve auree entro i confini nazionali; per far ciò, la Bundesbank sta rimpatriando le proprie riserve dalla Francia. Alla fine di quest'anno 91 tonnellate di lingotti d'oro verranno trasportate, in condizioni di sicurezza rigorose, dalla Banque de France ai caveau federali di Wilhelm-Epstein-Strasse a Francoforte. Nel complesso la Bundesbank vuole arrivare a rimpatriare circa 680 tonnellate.
Effettuata tale operazione, il 50 per cento dell'oro tedesco sarà ancora conservato all'estero. Ma si tratta di una decisione deliberata. Mentre, in passato, l'intenzione era di salvaguardare il metallo prezioso da un possibile impossessamento sovietico (durante la Guerra Fredda), oggi una dislocazione ponderata delle riserve serve come scudo contro possibili crisi monetarie.
La Bundesbank afferma che il suo piano di stoccaggio si basa sulle "due funzioni primarie delle riserve auree: costruire fiducia nel proprio paese e possibilità di scambiare oro per valute estere nei nelle piazze commerciali globali all'estero entro un breve lasso di tempo“. Ciò significa che in caso di una grave crisi valutaria, la Repubblica Federale Tedesca può vendere o impegnare l'oro che possiede all'estero, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, in cambio di valute forti. Dato che la Francia fa parte dell'Eurozona, quindi, uno stoccaggio presso la Banque de France non ha più alcun valore strategico, e per questo motivo è stato eliminato.