Secondo “MilanoFinanza” del 21 settembre ci sono per l’oro “sei fattori che preparano un rimbalzo. Gli analisti di Credit Suisse, che sono stati a lungo negativi vero il metallo giallo, hanno aumentato il peso dell'oro riportandolo a benchmark. Se le banche centrali dei Paesi emergenti volessero portare al 20% il peso dell'oro nelle loro riserve, la domanda di oro salirebbe di ben sette volte dai livelli attuali”

Rassegna stampa: Credit Suisse cambia punto di vista sulle prospettive dell'oro

Come ricordano gli analisti di ActivTrades, "Le quotazioni dell'oro continuano la loro danza lenta in area 1.200 dollari. Dal punto di vista tecnico emerge una volatilitè ancora ridotta, con l'appetito dei mercati che resta basso nei confronti del metallo giallo. Nonostante l'indebolimento del dollaro, con il ritorno del cambio euro/dollaro a 1,17, l'oro non è riuscito a mettere a segno particolari rimonte, confermando di fatto una certa debolezza". Ma questo trend potrebbe presto cambiare.

Gli analisti di Credit Suisse, che sono stati a lungo negativi vero il metallo prezioso, ora hanno aumentato il peso dell'oro riportandolo a benchmark. Dietro a questa scelta l'idea che ora questa asset class possa rappresentare un'opportunitè. Ecco i punti chiave.

1.Il dollaro. Gli analisti di Credit Suisse ricordano che l'oro ha una correlazione negativa con il dollaro e secondo gli esperti il biglietto verde e vicino ai massimi. Gli esperti ricordano che l'euro ha uno sconto del 13% rispetto alla paritè del potere d'acquisto con un record del surplus delle partite correnti e un miglioramento del momentum macro dell'Europa rispetto agli Usa, situazione che di solito porta a un euro più debole. Oggi gli investitori speculativi sono insolitamente lunghi sul dollaro.

2. Cds. "Visto che è un deposito di valore di solito l'oro segue lo spread dei Credit default swap o la sua performance rispetto alle banche. Questa volta il prezzo dell'oro è sceso anche se le banche hanno sottoperformato e lo spread dei Cds si è allargato", dicono da Credit Suisse.

3. I tassi di interesse reali. Sempre secondo Credit Suisse l'oro è una carta da giocare sugli interessi reali. I rendimenti dei Treasury legati all'inflazione sono scesi di 2 punti base da metè maggio, ma l'oro ha perso il 7% da allora.

4. Le riserve delle banche centrali. Secondo Credit Suisse le banche centrali asiatiche potrebbero aumentare marginalmente le loro riserve auree perchè se gli Stati Uniti continuano la guerra commerciale la banca centrale cinese non vorrebbe avere troppe riserve in dollari (perchè verrebbe visto come un modo per finanziare il deficit Usa). Inoltre c'è una mancanza di alternative rispetto al dollaro quando si parla di riserve perchè molti investitori sono ancora riluttanti a possedere troppi euro vista l'incertezza politica dell'area euro. Se le banche centrali dei Paesi emergenti volessero portare al 20% il peso dell'oro nelle loro riserve (per i Paesi sviluppati pesa per il 60%) la domanda di oro salirebbe di 7 volte dai livelli attuali.

5. Le posizioni dei fondi speculativi. Oggi i fondi speculativi sono insolitamente corti sull'oro e di solito l'oro sale del 10% nei tre mesi successivi a questi picchi di pessimismo.

6. Le azioni aurifere. Se si considera il rapporto price/earnings (prezzo/utili) atteso a dodici mesi le azioni aurifere trattano ai minimi di tutti i tempi e questo avviene in una fase in cui la debolezza delle valute emergenti ha ridotto i costi di estrazione.

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